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Decreto migranti, dietrofront sulla protezione speciale: la maggioranza va in tilt al Senato. Tensioni Lega-FdI, poi l’ok al testo riformulato

La maggioranza va in tilt al Senato durante l’esame del decreto Cutro. Dopo giorni di discussione, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha infatti riformulato l’emendamento unitario della maggioranza che limita il ricorso alla protezione speciale. Di fatto un dietrofront, arrivato dopo le interlocuzioni dei giorni scorsi a livello di uffici tra Palazzo Chigi e Quirinale. Al momento della discussione generale in Aula, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni (Lega), a sorpresa ha chiesto di accantonare l’emendamento ripulito. “Non si è capita bene la riformulazione proposta”, ha detto Molteni. La mossa ha costretto la maggioranza a un confronto e l’esame del decreto sui migranti è stato momentaneamente sospeso. Dopo la ripresa dei lavori, il governo ha dato parere “conforme” alle modifiche all’emendamento di maggioranza, a prima firma Gasparri, ed è arrivato alla fine il via libera dell’Aula.

Il nuovo emendamento è stato ritoccato sopprimendo un comma del testo, che a sua volta cancellava dalla legge quadro sull’immigrazione i riferimenti alla legislazione internazionale sulla tutela dei diritti umani per quanto riguarda le richieste di permesso. Si tratta del comma 1.1 dell’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione, modificato in extremis per evitare di incorrere a conflitti, in termini di protezione speciale, con gli “obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”. A quanto ricostruisce l’Ansa, era stata la Lega ad alzare la posta chiedendo, e ottenendo, di eliminare nell’emendamento sulla protezione speciale qualsiasi riferimento ai trattati internazionali che sovrintendono a questa misura. Un dato che ha alzato la tensione, mai sopita, con Fratelli d’Italia. E messo in allarme il governo dopo le interlocuzioni con il Colle. Il Quirinale infatti ha evidenziato la necessità di non eliminare i riferimenti ai trattati internazionali che il nostro Paese ha firmato in materia per evitare i rischi di incostituzionalità delle nuove misure. Una linea sottilissima che ha portato Palazzo Chigi a intervenire – spiega l’Ansa citando ambienti della maggioranza – chiedendo la riformulazione dell’emendamento incriminato per reintrodurre il riferimento a questi trattati.

Una procedura portata a compimento (con la riformulazione a firma di Maurizio Gasparri) in una situazione di grande imbarazzo nella maggioranza. Con le opposizioni che si sono messe di traverso appellandosi a questioni di forma e regolamentari per questa repentina modifica, tanto da far intervenire nuovamente il governo con la richiesta di accantonare le misure riguardanti la protezione speciale. Una impasse che poi Palazzo Madama ha superato approvando l’emendamento riformulato da Gasparri dopo una attenta verifica e la ripulitura del testo. “Quanto accaduto in aula da il senso del caos nella maggioranza”, ha detto il capogruppo del Pd in Senato Francesco Boccia commentando quanto avvenuto sul decreto Cutro. “Si sono resi conto – ha aggiunto Andrea Giorgis, senatore del Pd e costituzionalista – che l’emendamento della maggioranza è in palese contrasto con gli obblighi internaizonli ed europei a cui Italia si deve attenere. Non a caso il governo non si è mai espresso su di esso”.

L’Aula del Senato dopo la sospensione ha ripreso i lavori di voto sugli altri emendamenti al decreto migranti, relativo alle norme del governo per l’ingresso dei lavoratori stranieri e sul contrasto all’immigrazione irregolare. L’Aula si riunirà nuovamente domattina, dalle 9 o 10, per continuare l’esame degli altri emendamenti. In finale di seduta, questa sera, la senatrice Vincenza Rando del Pd, ha ricordato uno a uno tutti i nomi delle vittime del naufragio di Cutro, avvenuto la notte del 26 febbraio scorso. In Aula l’intervento è stato applaudito anche dalla maggioranza, dai senatori di Lega e Fi, ad eccezione di Fdi. Tornando al calendario di domani le dichiarazioni di voto sono previste a partire dalle 10, con voto atteso intorno alle 11 di domani. Il testo sarà poi trasmesso alla Camera per il via libera definitivo.

Lo scontro sul “canguro”
Mercoledì mattina, al termine della Conferenza dei capigruppo, la maggioranza aveva ritirato il maxi-emendamentocanguro” che avrebbe cancellato tutte le proposte di modifica successive: si voteranno dunque tutti i trecento emendamenti depositati, compresi quelli della Lega che tentano di reintrodurre pezzi dei decreti sicurezza di Matteo Salvini, sottoscritti anche dai capigruppo di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il Carroccio ha accettato di ritirare solo le proposte sulla protezione speciale: il capogruppo Massimiliano Romeo ha detto stamattina ad Agorà, su Rai 3, di aspettarsi il parere favorevole del governo su tutti gli altri. La discussione generale sul ddl di conversione è iniziata dopo che sono state respinte le questioni pregiudiziali (con 93 voti contrari e 67 favorevoli): secondo Romeo “si può arrivare alla votazione del provvedimento domani”.

A protestare contro il “canguro” era stato in particolare il Pd: “È tornato in Australia“, ironizza il capogruppo al Senato Francesco Boccia. “Eravamo molto irritati perché ritenevamo violato il patto di lealtà, e do atto al presidente La Russa che ha fatto tornare tutti agli impegni di ieri. L’opposizione ha chiesto di discutere nel merito del decreto Cutro, cosa che faremo in Aula. Tutto questo non sarebbe stato possibile a causa di questo vergognoso emendamento costruito dalle forze di maggioranza tra ieri sera e questa mattina”. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (FdI) annuncia che non verrà posta la questione di fiducia: “La maggioranza è coesa, gli emendamenti sono condivisi. Il governo non si nasconde”, ha affermato. Nel frattempo la Conferenza delle regioni ha sollecitato un incontro al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a quello alla Protezione Civile Nello Musumeci e al Commissario per la gestione dell’emergenza migranti Valerio Valenti. I governatori chiedono all’unanimità di essere coinvolti in un dialogo sugli aspetti del decreto Cutro e i suoi emendamenti. A essere messo in discussione, a quanto si apprende, è il metodo con cui si sono affrontate finora alcune decisioni.