Politica

Arresti Melito, Pd e M5s: “Sciogliere il Comune”. De Raho: “Commissione prefettizia”. Nel 2021 il sindaco Fdi vinse al ballottaggio per 387 voti

Gli arresti per voto di scambio nel comune di Melito (Napoli) con l’arresto del primo cittadino scuotono la politica campana e non solo. Il Pd e il M5s chiedono lo scioglimento del comune che fu conquistato da Luciano Mottola nel 2021 con il sostegno di una coalizione formata da Fratelli d’Italia e altre 9 liste civiche. Al ballottaggio Mottola vinse per appena 387 voti sulla candidata di Pd, M5S e Freemelito Dominique Pellecchia. “L’arresto del sindaco di Melito di Napoli, Luciano Mottola, è un segnale inquietante del legame e delle relazioni di certa politica con la criminalità organizzata. La magistratura – scrivono in una nota i deputati e senatori campani del Movimento 5 Stelle – dovrà fare chiarezza, ma certamente il fatto che sia stato emesso un provvedimento così grave e soprattutto le pesanti accuse di scambio politico-mafioso e altri gravi reati verso il sindaco eletto con una coalizione guidata da Fratelli d’Italia e verso il presidente del consiglio comunale suscitano fortissima preoccupazione. Serve uno scatto in avanti per spazzare via ogni area grigia che lega la politica ai clan, anche in vista delle prossime amministrative. Chiediamo l’immediato scioglimento del consiglio comunale di Melito e ci auguriamo che Giorgia Meloni e il suo partito, in questo caso direttamente coinvolto in una vicenda tanto grave, prendano immediatamente le distanze da quanto accaduto e facciano un’ampia riflessione sulla scelta dei propri candidati e della propria classe dirigente sui territori”.

“Gli arresti del sindaco e del presidente del consiglio comunale di Melito di Napoli, per fatti gravissimi che attengono anche allo scambio elettorale politico mafioso, rappresentano l’ennesimo campanello d’allarme sulla presenza della criminalità organizzata e sulla sua forza pervicace nella politica e nelle istituzioni locali, soprattutto in certi territori. È necessario – sottolinea il deputato M5S Federico Cafiero de Raho, ex Procuratore nazionale antimafia (nella foto)- intervenire con fermezza e con controlli costanti sui territori ad alta densità camorristica. Bisogna proteggere e garantire la popolazione e tutelare la democrazia dagli attentati alle libertà da parte delle organizzazioni mafiose. A chi nel governo accusa il Movimento 5 Stelle di avere una visione ‘panmafiosa’, è utile ricordare che quasi tutti i giorni la stampa riporta notizie di fatti di corruzione e mafia, camorra, ‘ndrangheta, quarta mafia. Avere una visione reale sull’inquinamento mafioso dei territori mantiene alta l’attenzione sul dovere dello Stato di aiutare le imprese a lavorare più serenamente ed i cittadini a esercitare liberamente il loro diritti, anche quello di voto. Ci aspettiamo che il ministro dell’Interno Piantedosi nomini immediatamente una commissione prefettizia che faccia luce sulle irregolarità commesse nel Comune di Melito e restituisca credibilità e legalità alla gestione amministrativa. Chiediamo infine una presa di posizione importante dei partiti i cui esponenti sono coinvolti in una vicenda così grave, Fratelli d’Italia in primis”.

Un’operazione quella che ha portato all’iscrizione di 18 persone nel registro degli indagati che non stupisce Sandro Ruotolo, ex senatore, componente della segreteria nazionale del Pd. “Tutto previsto. Da senatore avevo chiesto al ministro dell’Interno una commissione di accesso per il comune di Melito, perché già c’erano tutte le criticità che sono scoppiate oggi. C’erano tutti gli elementi, all’epoca non fui ascoltato. Forse per non influire nelle indagini, ma per quello che è accaduto stamattina rinnovo ancora con più forza la richiesta di una commissione di accesso per il comune di Melito. Ora mi pare che sia il minimo procedere allo scioglimento del Consiglio comunale. È un tema fortissimo, questo dell’inquinamento mafioso e quello della corruzione, che pone a tutti noi una domanda di fondo su come si scelgono i candidati, sulla qualità della classe dirigente. Riguarda anche la sinistra, non solo la destra”.

Anche il Pd chiede provvedimenti: “Stando a quanto finora emerso, siamo in presenza di un quadro inquietante su cui aspettiamo, ovviamente, sia fatta piena luce dalla magistratura. Purtroppo – scrive in una nota la senatrice campana del Pd, Valeria Valente – quanto accaduto a Melito rischia di confermare l’evoluzione della criminalità organizzata, sempre più animata dall’obiettivo di infiltrare l’amministrazione pubblica a tutti i livelli. Un fenomeno che in alcune realtà del nostro territorio è ben noto ancora oggi. Si tratta adesso, anche in vista delle prossime amministrative che coinvolgeranno diversi comuni della Regione, di mantenere alta la guardia. Deve essere questa l’assoluta priorità da parte delle forze politiche. Di tutte le forze politiche. Il reato di scambio elettorale politico mafioso, che compare nell’indagine odierna insieme ad altri gravissimi capi d’accusa, è una delle forme più infami di tradimento dello Stato e dei cittadini, del patto democratico e civile. Per questo abbiamo bisogno del propagarsi di una coscienza diffusa, nella politica e nella società, che dia vita a quegli anticorpi di legalità che, soli, possono contrastare le mafie in modo definitivo”.

“Chiediamo alla Procura e al Prefetto di mettere in campo una cabina di regia straordinaria per le prossime comunali nel napoletano e in Campania – dice il deputato Francesco Emilio Borrelli – Soltanto ieri il Tar del Lazio aveva confermato lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del comune di Castellammare di Stabia con gravissime commistioni tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata. Il caso di Melito conferma purtroppo la terrificante relazione tra una parte del sistema politico e la criminalità. Certi metodi e certi rapporti non si sono mai spezzati in alcune zone del territorio. I clan hanno messo le mani in troppi comuni del Napoletano. Siamo estremamente preoccupati anche per le prossime amministrative – continua Borrelli – visto che in alcuni comuni si presentano addirittura sindaci sotto processo per corruzione. Ci sono le mogli di candidati condannati per voto di scambio che si candidano al posto dei mariti. Sindaci sciolti per camorra che tentano di essere rieletti nei loro comuni. Diversi candidati sono già stati esclusi grazie alla legge Severino. La situazione non migliora nelle macchine amministrative comunali dove troppi dipendenti, dirigenti e amministratori delle partecipate risultano sotto processo per collusione con la criminalità”.

“Oggi è emerso che la vittoria di una ‘nuova Melito‘ alle ultime elezioni è stata sventata da accordi nelle segrete stanze. In città lo sapevano in tanti che hanno votato e fatto votare i clan che distruggono il nostro futuro. Non volevano al Comune chi potesse mettergli i bastoni tra le ruote. Hanno provato ad appoggiare tutte e due le coalizioni avversarie pur di farci fuori – scrive Dominique Pellecchia, capogruppo del Pd in Consiglio comunale di Melito (Napoli), nel 2021 candidata a sindaco della coalizione formata da Pd, Movimento 5 Stelle e Freemelito -Provo un sincero dispiacere nel leggere che i miei competitor abbiano fatto cose del genere. Così gravi, oltraggiando la democrazia. Le indagini e la magistratura accerteranno i fatti e ci diranno cosa e come è successo. Oggi è un giorno triste per la nostra comunità, ancora una volta ostaggio del malaffare e di chi preferisce vendere l’anima al miglior offerente. C’è però una Melito diversa che può costruire una storia nuova per questa città. Quella che la vera Melito merita”.