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Multe fino a 60mila euro per chi imbratta i monumenti, il Def e lo stato di emergenza per i migranti: cosa ha deciso il governo Meloni

Tra il Documento di economia e finanza e lo stato di emergenza per i migranti, mentre delle nomine ai vertici delle partecipate non si vede neanche l’ombra e si discute addirittura di spray anti-orsi, il governo Meloni ha varato una norma che anticipa – o forse sterilizza, si capirà – le proposte di Lega e Fratelli d’Italia in Parlamento per punire le azioni dimostrative degli ecoattivisti di Ultima generazione. Se non una norma ad hoc, poco ci manca, camuffata dietro l’appellativo creato appositamente: “eco-vandali”.

I giovani ambientalisti sono finiti sul tavolo dell’ultimo Consiglio dei ministri al pari di una vera e propria emergenza. Meloni e i suoi hanno dato il via libera all’introduzione di pesanti sanzioni amministrative, immediatamente erogabili dal prefetto, per scoraggiare le azioni dimostrative. “Chi danneggia dovrà pagare in prima persona”, è stato l’annuncio del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Da 10mila a 60mila euro è scritto nel disegno di legge approvato in Consiglio dei ministri che contiene le “disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”. La volontà chiara è quella di punire gli attivisti che negli ultimi mesi si sono resi protagonisti del lancio di vernice lavabile sul portone di Palazzo Madama, sulla facciata di Palazzo Vecchio a Firenze e dentro la Barcaccia in piazza di Spagna a Roma.

“Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici producono danni economici alla collettività. Per ripulire occorrono l’intervento di personale altamente specializzato e l’utilizzo di macchinari molto costosi. Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale”, ha detto Sangiuliano che ha poi quantificato in 40mila euro il costo del ripristino della facciata del Senato, secondo i dati della Soprintendenza di Roma. La sanzione amministrativa introdotta – che sarà immediatamente erogabile dal prefetto – si aggiunge a quelle cui verranno eventualmente condannati a pagare gli attivisti in sede penale o civile.

E resta da capire cosa ne sarà dell’iter parlamentare delle proposte avanzate da Lega e Fratelli d’Italia negli ultimi giorni che, nel secondo caso, prevedono anche il carcere fino a 3 anni per gli ambientalisti. Di certo, i due partiti – insieme a Forza Italia – continuano a cincischiare sulle nomine ai vertici delle partecipate, con l’accusa rivolta a Fdi di voler scegliere tutti – o quasi – i prossimi amministratori delegati e presidenti delle società a controllo statale.

Ma se sulle poltrone il governo litiga e non trova un accordo, sui migranti c’è grande coesione. Lo dimostra l’introduzione dello stato di emergenza per 6 mesi che permetterà, da un lato, secondo fonti di governo, di realizzare procedure e azioni più veloci per offrire ai migranti soluzioni di accoglienza in tempi brevi con adeguati standard. Dall’altro – ed è l’elemento che più sta a cuore alla Lega – si potranno aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (Cpr), potenziando le attività di identificazione ed espulsione.

Per quanto riguarda il Documento di economia e finanza, a sorpresa, è stato annunciato un nuovo taglio del cuneo fiscale “a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi” per un valore di 3 miliardi con l’obiettivo di “sostenere il potere d’acquisto delle famiglie” affossato dall’inflazione e contribuire alla “moderazione della crescita salariale”. La misura sarà finanziata utilizzando la differenza tra il deficit tendenziale (quello che si registrerebbe senza ulteriori interventi), che si è fermato al 4,35%, e quello programmatico, confermato al 4,5%. La mossa toglie ogni spazio per arrivare alla “abolizione della Fornero”, una delle promesse più martellanti in campagna elettorale.

La protesta delle opposizioni si concentra soprattutto sul disegno di legge anti-ecoattivisti, bollato come come un nuovo caso “rave”. L’accusa all’esecutivo è quella di voler fare “propaganda”. “Siamo al grottesco. La maggioranza, di fronte all’incapacità di gestire i dossier più importanti, dal Pnrr alle migrazioni, è costretta ogni giorno a inventarsi qualcosa per coprire i propri fallimenti”, attacca il Pd ricordando che questa fattispecie di reato era stata già introdotta nel 2022 da un ddl Franceschini-Orlando.

“Prosegue la politica della distrazione di massa sull’evidente incapacità di affrontare i dossier più importanti”, sostengono anche i 5 Stelle. “L’invenzione di nuovi reati è il rifugio degli incapaci”, ironizza anche la senatrice dem Cecilia D’Elia, così come il deputato dell’alleanza Verdi e Sinistra Marco Grimaldi che commenta: “Alla fine riusciranno a fare solo il loro Pnrr: un Piano Nazionale di Repressione e Reazione”. Un’attivista di Ultima Generazione considera invece “molto incoraggiante vedere che la protesta inizia a sortire i suoi effetti: la disobbedienza civile sta funzionando, si sentono minacciati. La repressione è la prima risposta ma non ci spaventa” anche se nota una “sproporzione tra il danno effettivo e la pena proposta”.