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Il piano per la Banda ultra larga è da rifare. Il Comitato per la transizione digitale si dà 60 giorni per rivederlo in corso d’opera

La Strategia italiana per la Banda ultra larga s’ha da rifare. Lo ha fatto sapere il Comitato interministeriale per la transizione digitale (Citd) che si è riunito mercoledì. Su iniziativa del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti è stato “istituito un gruppo di lavoro interministeriale per l’elaborazione di una proposta di revisione della Strategia italiana per la Banda Ultra Larga“.

La revisione del piano targato Vittorio Colao “avrà l’obiettivo di rilanciare il settore delle telecomunicazioni, favorire gli investimenti pubblici e privati, accelerare la realizzazione di infrastrutture 5G di nuova generazione, anche alla luce delle economie maturate nell’ambito del Pnrr per i progetti legati alla Banda Ultra Larga. La proposta di revisione della Strategia, da definire entro 60 giorni, dovrà essere discussa e approvata in una prossima riunione del Citd, prima di essere presentata al Consiglio dei Ministri“.

In particolare per quanto riguarda il dossier connettività, Butti ha evidenziato le criticità dei piani in corso, sottolineando “la necessità di recuperare i ritardi ereditati attraverso interventi correttivi che possano assicurare il completamento dei progetti nei tempi previsti”. A proposito dei ritardi, Il Sole 24 Ore ricorda come per esempio nei cantieri per il piano Italia a 1 Giga è stata mancatala prima milestone semestrale relativa al 31 dicembre 2022, cioè la copertura di almeno l’1% dei numeri civici previsti. “A Open Fiber e Tim potrebbe essere concesso qualche margine in più a partire da giugno, abbassando le percentuali di copertura”, scrive il quotidiano di Confindustria.

Intanto un emendamento al decreto Pnrr approvato dalla commissione Bilancio del Senato prevede una proroga di 24 mesi per certificati, permessi e autorizzazioni per gli interventi per la rete a banda ultra larga. “Al fine di consentire il tempestivo raggiungimento degli obiettivi di trasformazione digitale”, si spiega nella modifica, “per gli interventi relativi alla realizzazione di infrastrutture di rete a banda ultra larga fissa e mobile, sono prorogati di ventiquattro mesi i termini relativi a tutti i certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi comunque denominati, compresi i termini di inizio e di ultimazione dei lavori, rilasciati o formatisi” alla data di entrata in vigore del decreto. La disposizione si applica anche ai termini relativi alle segnalazioni certificate di inizio attività (Scia), nonché delle autorizzazioni paesaggistiche e alle dichiarazioni e autorizzazioni ambientali. Si applicano anche ai permessi di costruire e alle Scia per i quali sia stata accordata una proroga.