Giustizia & Impunità

Lucca, fallimento dell’Acqua Azzurrina: chiesto il processo per 14 indagati. Le accuse: bancarotta fraudolenta, falso e autoriciclaggio

Bancarotta fraudolenta, falso e autoriciclaggio nel fallimento dell’Acqua Azzurrina, società di acque minerali. Sono i reati contestati dalla procura di Lucca nei confronti di 14 persone per le quali, a vario titolo, i magistrati hanno chiesto il processo. Secondo gli accertamenti della Guardia di finanza, gli indagati hanno distratto circa 6 milioni di euro dalle casse della società.

Gli accertamenti, spiegano le Fiamme gialle, hanno mostrato che gli indagati avrebbero spogliato la società dei principali asset aziendali, attraverso la cessione dello stabilimento produttivo, degli impianti e delle attrezzature, nonché del marchio, tutto ciò a beneficio di imprese a essi stessi riconducibili.

Gli indagati, inoltre, avrebbero svuotato i conti correnti aziendali mediante il trasferimento di somme, giustificato ad arte, a beneficio di altre due società della grande distribuzione alimentare con sede in Emila Romagna, anche queste a loro riconducibili; ciò mediante quotidiani e consistenti prelievi ingiustificati di contante. In tal modo, il gruppo era arrivato a sottrarre alla società – secondo l’ipotesi accusatoria – 6 milioni di euro.

In una fase successiva, riporta sempre la Gdf, l’intero complesso aziendale già appartenuto alla società attraverso ulteriori passaggi di cessione e con l’interposizione di altri soggetti giuridici sempre di fatto gestiti dagli indagati, veniva trasferito, per sottrarlo alla procedura di aggressione del patrimonio – a garanzia dei creditori – connessa al fallimento, a società terza in buona fede (estranea, quindi, ai fatti) per 595.000 euro. Da qui l’accusa di autoriciclaggio. La procura ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini e le richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Azzurrina Srl, l’azienda che detiene attualmente il marchio Fonte Azzurrina, intende precisare la totale estraneità alle vicende giudiziarie riguardanti la precedente gestione di Azzurrina Acque.

“Con riferimento – all’interesse generato dalla notizia del termine dell’indagine della GDF su Azzurrina Acque – ed in linea con la politica di trasparenza che da sempre contraddistingue le nostre gestioni aziendali, ci teniamo a dare informazioni corrette ai nostri clienti, senza voler in nessun modo interferire sul lecito diritto di cronaca. Io e la mia famiglia, dichiara Manolo Sciaulino, amministratore della nuova società che detiene il marchio Fonte Azzurrina, abbiamo assistito inermi e con sincero dispiacere, alle discontinuità di posizionamento dei prodotti Azzurrina sul mercato. Abbiamo deciso di intraprendere con la compostezza che ci appartiene, tutti i passi giusti per poter gestire al meglio questo marchio: un lungo percorso, fatto di sacrifici e duro lavoro, sostenuto da importanti investimenti finanziari, necessari per l’acquisto dei beni dal tribunale di Lucca, per le manutenzioni straordinarie e ordinarie del fabbricato e degli impianti esistenti, oltre che per apportare sostanziali migliorie che i nostri consumatori ci auguriamo sapranno apprezzare a breve. Siamo pronti a coltivare al meglio questa strategica risorsa, con responsabilità e pratica al dovere, coscienti dell’importanza sociale che riveste per il territorio della Garfagnana e in particolare per il comune di Careggine, proseguendo la produzione, l’imbottigliamento, e la commercializzazione di Fonte Azzurrina, secondo i piani prefissati”.