Economia & Lobby

Gli inglesi vivono di meno e il governo britannico valuta di rimandare la riforma per alzare l’età della pensione

Tra i ceti più poveri l'aspettativa di vita ha già iniziato a scendere. In teoria l'età del ritiro dal lavoro dovrebbe salire da 66 a 68 anni ma ora, alla luce dei nuovi dati sull'aspettativa di vita, gli stessi conservatori al governo frenano sui tempi della riforma

In Gran Bretagna hanno forse trovato un altro modo per risolvere il problema delle pensioni. Il peggiore. Cosa rara tra i paesi occidentali, l’aspettativa di vita degli inglesi, come quella degli statunitensi, non cresce più, rallenta fino a quasi fermarsi o addirittura scendere. E non è più questione di pandemia. Negli anni ’50, il Regno Unito aveva una delle aspettative di vita più lunghe al mondo, classificandosi al settimo posto a livello globale dietro a paesi come Danimarca, Norvegia e Svezia. Ora, secondo i dati aggiornati pubblicati sul Journal of the Royal Society of Medicine. il Regno Unito è al 29mo posto. I ricercatori hanno affermato che il peggioramento è, in una certa misura, riconducibile all’incremento delle disparità di reddito, aumentata notevolmente nel Regno Unito durante e dopo gli anni ’80. Se il dato medio rimane quello di una crescita, seppur quasi azzerata, nelle fasce più povere della popolazione gli indici di longevità hanno ormai iniziato a declinare.

Sta di fatto che alla luce di questi dati il governo britannico sta valutando la possibilità di rallentare l’implementazione della sua riforma delle pensioni in cui è previsto un ulteriore allungamento della vita lavorativa. L’età di pensionamento è attualmente a 66 anni e dovrebbe aumentare a 68 anni dopo il 2044. Ma l’intenzione del governo conservatore guidato da Rishi Sunak sarebbe quella di anticipare l’incremento di due anni al 2037-2039. Una decisione definitiva verrà presa a maggio ma la determinazione iniziale dell’esecutivo ora vacilla. Da quando la riforma è stata annunciata l’aspettativa di vita non è cresciuta come previsto, ridimensionando anche le proiezioni dell’impatto sui conti pubblici. Molti parlamentari conservatori sollecitano quindi il premier a frenare sui tempi della riforma, anche in considerazione dei malumori che potrebbe creare tra gli elettori, la Francia insegna.