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Mare Fuori, Antonio Orefice e il rapporto con Maria Esposito: ecco le sue parole

Mare fuori, la serie di successo targata Rai, è stata da poco rinnovata per una quarta stagione, per la gioia di tutti i suoi fan. A contribuire all’affezione del pubblico è stata certamente la grande varietà di personaggi iconici. Fra questi c’è Totò, interpretato da Antonio Orefice, attore nato e cresciuto a Secondigliano, che recentemente ha rilasciato un’intervista a Vanity fair per parlare delle suo debutto nel mondo dello spettacolo, di Mare Fuori e del rapporto con gli altri membri del cast.

“Per il ruolo di Totò, ci sono voluti cinque provini in tre mesi. Una mattina mi sono svegliato e avevo una ventina di chiamate perse della mia agente. Primo pensiero: ho fatto qualcosa che non dovevo. Invece mi ha detto, testuali parole: ‘Tesoro, sono orgogliosa di te! Sei Totò di Mare Fuori!’. Ho lanciato il telefono, mi sono infilato una tuta e ho raggiunto mia mamma alla sua scuola di ballo: non potevo non condividerlo subito con lei”.

Per quanto riguarda gli altri suoi colleghi, Orefice non ha dubbi: “Le anime del gruppo siamo io e Artem, praticamente un fratello. Il più tranquillo? Nicolò Galasso, in arte O’Pirucchio. Ringraziando Dio, siamo tutti amici e ci vogliamo un bene che non si può spiegare”. Da un po’ di tempo si parla anche di un possibile amore con Maria Esposito, l’attrice che nella serie interpreta il personaggio di Rosa Ricci. Sulla questione però, Antonio preferisce non sbilanciarsi troppo: “Guardi, non lo confermo. Questa cosa, che è privata, non è mai uscita dalla nostra bocca. Si sarà notata una certa simpatia. Se sono rose fioriranno, con tutta la tranquillità del mondo. Sono sincero”.

Riflettendo sulla futura conclusione di Mare fuori, l’attore ipotizza su come si comporterà, una volta congedatosi per sempre da Totò: “Consideri che per girare 12 episodi stiamo sul set sei mesi, sempre in campana, super concentrati: alla fine delle riprese ho bisogno di rimanere lontano da tutti, anche dalla mia famiglia, per ritrovare lo spazio e il nuovo me stesso. In quell’occasione mi ci vorrà più tempo del solito”.