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Ponte sullo Stretto, il decreto in Cdm: gestione dell’opera affidata a ministero Salvini. Bonelli: “Sperpero di denaro in nome dell’ideologia”

La bozza, discussa nel pre-Cdm di mercoledì, definisce i nuovi "assetto societario e governance" della Stretto di Messina spa, liquidata per legge dal governo Conte II e riattivata dall'esecutivo Meloni. Il dl prevede che alla concessionaria partecipi "in misura non inferiore al 51% il ministero dell’Economia e delle finanze, che esercita i diritti dell’azionista d’intesa" con il Mit, al quale sono "attribuite funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa"

C’è anche un decreto-legge recante “disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e il continente“, cioè del ponte sullo Stretto di Messina, all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di giovedì. A presentarlo la premier Giorgia Meloni e il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il leader della Lega Matteo Salvini. La bozza, discussa nel pre-Cdm di mercoledì, è composta da sette articoli: il primo definisce i nuovi “assetto societario e governance” della Stretto di Messina spa, la società nata nel lontano 1981 per realizzare e gestire il ponte, liquidata per legge dal governo Conte II e riattivata dall’esecutivo Meloni con l’ultima legge di bilancio. Il dl prevede che oltre agli attuali azionisti – Rfi, Anas e le Regioni Sicilia e Calabria – alla concessionaria partecipi “in misura non inferiore al 51% il ministero dell’Economia e delle finanze, che esercita i diritti dell’azionista d’intesa con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, al quale ultimo sono attribuite funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa sulla società in ordine alle attività oggetto di concessione”.

La gestione della pratica, quindi, è affidata in toto a Salvini, che potrà proporre (articolo 6) “la nomina di un commissario straordinario” al quale “sono attribuiti, in via sostitutiva, tutti i compiti conferiti alla società concessionaria relativi alle procedure di affidamento e alla realizzazione dell’opera”. Il Consiglio d’amministrazione, prevede ancora l’articolo 1, è “composto da cinque membri, di cui due designati dal ministero dell’economia e delle finanze d’intesa con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che ricoprono rispettivamente la carica di presidente e di amministratore delegato, un membro designato dalla Regione Calabria, un membro designato dalla Regione Sicilia” e uno d’intesa da Rfi e Anas. La concessione, si legge all’articolo 2, avrà “una durata di trent’anni decorrenti dall’entrata in esercizio dell’opera”.

Il vicepremier leghista esulta: “Grandissimo lavoro di squadra, in pochi mesi sono stati recuperati dieci anni di vuoto. Contiamo di approvare il progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024 e poi partire coi lavori. Enorme quantità di inquinamento in meno, in aria e acqua, in via di quantificazione. Enorme risparmio di tempo e di soldi per chi userà il ponte più green e innovativo del mondo”. Critiche invece dal leader dei Verdi Angelo Bonelli, che durante il question time alla Camera si è rivolto così alla premier: “Domani il ponte sullo Stretto andrà in Cdm: è ideologia o pragmatismo, in un sud che non ha ferrovie né acquedotti? Voi pensate di sperperare denaro pubblico in nome dell’ideologia salviniana”. E in una nota aggiunge: “A nome delle migliaia di passeggeri che frequentano le linee ferroviarie che portano in Calabria e Sicilia e che subiscono ritardi vergognosi, chiedo a Giorgia Meloni di fermare le manie di grandezza di Salvini che vuole portare domani in Consiglio dei ministri il decreto legge per il ponte sullo Stretto. Il progetto sarebbe un vero e proprio salasso dei conti pubblici ai danni degli italiani, mentre a Sud abbiamo ancora vecchi treni e vecchie littorine a gasolio con un evidente stato di abbandono delle ferrovie, perdiamo oltre il 40% di acqua potabile perché abbiamo acquedotti colabrodo“.