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Fumo vietato, Gino Paoli non ci sta: “Fonderò il partito dei tabagisti. Fumare fa male? Sono arrivato a 88 anni”. Poi ammette: “Ho quasi smesso”

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha preparato il disegno di legge preannunciato a gennaio e la bozza, secondo La Stampa, è più severa del previsto: divieti e limitazioni riguarderanno anche le e cig, svapo e Iqos e saranno estesi a molti luoghi all’aperto come i parchi nel caso ci siano minori o donne in gravidanza. E se Matteo Salvini ha fatto sapere che la manovra è, secondo lui, “esagerata”, sulla stessa falsariga ma con motivazioni diverse si muove anch Gino Paoli che, intervistato da La Stampa, fa sapere: “Sono pronto a fondare il partito dei tabagisti (…) e visto che in Italia ci sono 12 milioni di fumatori vincerei anche bene”. Cosa farebbe il cantautore? “Cercherei di evitare imposizioni sul dove e quando fumare. Le leggi scattano quando manca l’educazione. Un tempo, specie fra altre persone, si chiedeva il permesso: scusate, do fastidio?”. Poi arrivano motivazioni certo non basate su solide fondamenta scientifiche: “Se il fumo fa male? A 88 anni mi trovo nelle sue stesse condizioni. Gente che conoscevo e faceva una vita sana se n’è andata. Tragga le sue deduzioni. La sigaretta per me è un’abitudine, una dipendenza. Ma anche una specie di amico a cui chiedi di aiutarti…”. Infine, una conclusione saggia: “Alla mia età devo anche ammettere che con quello che ho fumato ho avuto molto più che fortuna. Non fumo quasi più, se non con la sigaretta elettronica”.