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Arianna Fontana chiede di riaprire le indagini: “Sono stata presa di mira durante gli allenamenti”

Un anno fa dopo l'oro ai Giochi di Pechino accusò alcuni atleti maschi di averla puntata in allenamento per farla cadere. Ora la campionessa dello short track, da tempo ai ferri corti con la Federazione, chiede una nuova inchiesta federale: "Nessuno di quelli che avrebbero potuto e dovuto fare qualcosa per impedirlo hanno agito per tutelarmi"

Durante le Olimpiadi di Pechino, lo scorso anno, accusò alcuni atleti italiani di averla “puntata”, di proposito, durante gli allenamenti, per farla cadere e farle male. Così Arianna Fontana aveva voluto manifestare tutto il suo malessere e le sue frizioni con la Fisg (Federazione italiana sport del ghiaccio). Tensioni che sono esplose poco più di un mese fa, quando la campionessa di short track (è l’atleta italiana più medagliata dei Giochi olimpici) aveva perfino fatto intendere che avrebbe potuto non rappresentare l’Italia alle prossime Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Al centro della lite con la Federazione da sempre la sua scelta di prendere come tecnico il proprio marito, Anthony Lobello. E poi quelle accuse di “atleti maschi che mi puntavano in allenamento, cercando di farmi cadere“, pronunciate dopo aver vinto un’altra medaglia, del metallo più prezioso. Adesso Fontana ha deciso di andare fino in fondo e ha chiesto di riaprire le indagini su quegli episodi.

“Oggi ho mandato la richiesta di riapertura dell’indagine alla procura federale. La verità è un cardine fondamentale della nostra società e non deve essere diverso nello sport”, ha scritto l’atleta in un post su Instagram. Confermando quanto aveva già raccontato: “Sono stata presa di mira durante degli allenamenti ed eventualmente sono caduta infortunandomi alla caviglia. È successo davanti a tutti, e nessuno di quelli che avrebbero potuto e dovuto fare qualcosa per impedirlo hanno agito per tutelarmi. Ed è per questo motivo che non mi fido e non posso fidarmi, se non cambiano le cose”. Un messaggio chiaro: o qualcuno all’interno della Federazione prende posizione per difenderla oppure il rapporto è danneggiato per sempre. Fontana infatti aggiunge: “In molti vi chiedete perché sto facendo tutto questo, lo faccio non solo per difendere me stessa ma per difendere i diritti degli atleti“. E qualche riga dopo conclude: “È tempo che gli atleti abbiano una rappresentanza e giustizia adeguate, perché in caso contrario perderemo generazione di atleti e questo dovrebbe essere visto come un fallimento dello sport italiano”.