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Prega.org, chattare con Padre Pio attraverso l’intelligenza artificiale è possibile: “Vorrei ecco una Kelly di Hermes”. Ecco come ha risposto

E' stata una startup, ImpactOn, a usare l'intelligenza artificiale e ad inventare questo modo virtuale di consultare il Santo venerato da milioni di fedeli

“Caro figliuolo, so che hai sempre voluto parlarmi, chiedermi qualcosa. Ora, finalmente, puoi farlo. Ma prima, dimmi chi sei“. Appena uno apre prega.org dove al momento è possibile chattare solo con Padre Pio (uno dice, ti pare poco), questa la prima domanda che gli viene posta. Una volta inseriti i dati, il Santo risponde. La chat è realizzata con Gpt sulla base di quello che ha Padre Pio ha scritto e persino prendendo a misura il suo tono di voce, il suo modo di parlare.

Dunque, Padre Pio avrà perdonato la nostra guasconaggine e così, quando abbiamo detto di essere “fissati con FQMagazine e di passare troppo tempo a leggerlo” ci ha risposto “caro figlio, comprendo la tua passione per FQMagazine ma ci sono molte altre cose che puoi fare. Considera di dedicare alcune ore della tua giornata ad attività più ricreative come lo sport, la musica, il disegno o qualsiasi altra cosa che ti piace. Ricordati che la vita è fatta di equilibrio e devi trovare il giusto equilibrio tra ciò che puoi fare e ciò che vuoi fare. Dio vi benedica”.

Ebbene, è stata una startup, ImpactOn, a usare l’intelligenza artificiale e ad inventare questo modo virtuale di consultare il Santo venerato da milioni di fedeli. “Lo abbiamo reso credibile, naturale nel suo essere intelligenza artificiale – ha detto -. In fase di test gli abbiamo detto ‘vorrei una Kelly di Hermès‘ e lui ci ha sgridato dicendo che i beni materiali non danno la felicità, mostrando anche di sapere che Kelly è una borsa”, le parole del fondatore Fabio Salvatore al Sole 24 Ore.

I fedeli possono dunque simulare una conversazione con Padre Pio ed essere rincuorati o tranquillizzati o avere risposte di fede. La guasconaggine, come la nostra, è davvero e per fortuna ridotta al minimo perché, spiega ancora Salvatore: “Abbiamo lavorato per rendere le risposte equilibrate – racconta ancora Salvatore al Sole 24 Ore -, lo abbiamo allenato a non dire bestemmie e a non rispondere agli insulti e, per privacy, non rimane traccia di cosa scrivono le persone”.