Giustizia & Impunità

Sicula Trasporti, la procura di Catania chiede la liquidazione giudiziale per l’azienda che smaltisce i rifiuti di oltre metà dell’isola

Il tribunale ha già fissato una data - il 21 marzo - per la celebrazione dell'udienza in cui si inizierà a valutare la salute finanziaria della società. Per la procura, dubbi, non ce ne sono: l'azienda si trova in stato di insolvenza. A pesare sarebbero quasi 18 milioni di euro di debiti nei confronti dello Stato e la considerazione che l'ultimo bilancio depositato segna una perdita d'esercizio che si aggirerebbe sulla trentina di milioni

Dai bidoni pieni di soldi al sospetto di non essere in grado di onorare i debiti. Quasi tre anni dopo il blitz che in Sicilia sconquassò il sistema dei rifiuti, portando all’arresto degli imprenditori Antonello e Salvatore Leonardi, per la Sicula Trasporti – società che gestisce la spazzatura di oltre metà isola – arriva una nuova grana. La notizia, che da qualche tempo era nell’aria, è stata verificata da ilfattoquotidiano.it e riguarda la decisione della procura di Catania di chiedere la liquidazione giudiziale dell’impresa. In altre parole, il fallimento.

Il tribunale ha già fissato una data – il 21 marzo – per la celebrazione dell’udienza in cui si inizierà a valutare la salute finanziaria della società. Per la procura, dubbi, non ce ne sono: la Sicula Trasporti, per anni simbolo di una ricchezza accumulata sfruttando anche i cronici ritardi della Regione nello sviluppo della differenziata, si trova in stato di insolvenza. A pesare sarebbero quasi 18 milioni di euro di debiti nei confronti dello Stato e la considerazione che l’ultimo bilancio depositato, risalente ormai a qualche anno fa, segna una perdita d’esercizio che si aggirerebbe sulla trentina di milioni. Cifre ritenute sintomatiche di uno squilibrio finanziario che non consentirebbe di saldare i debiti con l’Erario. E ciò anche se il settore in cui la Sicula Trasporti opera non è certo uno di quelli che risente della crisi: nonostante discreti passi in avanti compiuti nella differenziata, in Sicilia sono circa duecento – più di uno su due – i comuni che conferiscono nell’impianto situato al confine tra le province di Catania e Siracusa. Dove, però, la spazzatura non viene più abbancata ma soltanto trattata per poi essere smistata altrove per lo smaltimento finale. Il motivo è semplice: la discarica, che per tanto tempo ha fatto le fortune dei Leonardi, è satura da anni e di recente i tecnici della Regione hanno bocciato la richiesta di un ennesimo ampliamento.

Tra un mese si capirà se tra i motivi che potrebbero avere aggravato la situazione finanziaria della società ci sono i mancati ricavi derivanti dal deposito dei rifiuti nei terreni di proprietà e al contempo i costi sostenuti – con tanto di polemiche dei sindaci per l’aumento delle tariffe – per portare la spazzatura negli inceneritori all’estero. Di certo c’è che a comparire in aula non saranno i Leonardi, ma gli amministratori giudiziari che gestiscono l’azienda dalla primavera del 2020. La Sicula Trasporti da tre anni è sotto sequestro. Il provvedimento fu preso in concomitanza con l’arresto dei titolari al culmine di un’inchiesta che, secondo l’accusa, permise di ricostruire un sistema illecito in cui si intrecciavano corruzione, reati ambientali e inquietanti rapporti con soggetti contigui ai clan mafiosi. Al punto che, secondo più di un pentito, nella discarica di Lentini, a inizio anni Duemila, fu commesso un omicidio e il cadavere seppellito sotto ai rifiuti.

Nel corso del processo penale, che si trova ancora in primo grado, si è parlato anche delle ingenti quantità di contanti di cui disponevano gli imprenditori. Per l’accusa si sarebbe trattato di provviste di denaro nero da utilizzare anche per corrompere i funzionari chiamati a controllare che le operazioni di trattamento dei rifiuti venissero eseguite nel rispetto delle regole. Di soldi, i Leonardi ne avrebbero avuti una montagna: in un bidone interrato nei terreni della discarica, i finanzieri del Gico hanno recuperato quasi un milione di euro, ma ulteriori somme sarebbero state spostate nel momento in cui il cerchio attorno agli indagati iniziava a stringersi. “Ci sono troppi soldi”, è la frase che a inizio marzo del 2019 Antonello Leonardi pronuncia parlando con un suo dipendente. Chiamato a dare una mano per far sparire il denaro, l’uomo avrebbe utilizzato buste di plastica per la spesa: “Glieli ho fatti entrare a pressione”, sarebbe stata la rassicurazione data a Leonardi. Il quale, dal canto suo, durante un interrogatorio svoltosi nei mesi scorsi ha giustificato il possesso delle ingenti somme spiegando di averle messe da parte nell’ipotesi dello scoppio di una guerra. Resta da capire, invece, se e come le casse della Sicula Trasporti si siano trovate ad affrontare una crisi finanziaria i cui effetti per ora è impossibile prevedere.