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Cospito, Meloni: “Nel 1991 fu graziato dopo uno sciopero della fame, poi andò a sparare. Non è una vittima, al 41-bis perché pericoloso”

Il riferimento è alla grazia che l'anarchico ottenne dal presidente della Repubblica Cossiga, dopo la condanna a 1 anno e 9 mesi per diserzione. "Penso che bisogna fare un po' di chiarezza: è in carcere perché tra le altre cose ha sparato alle gambe di un dirigente di Ansaldo nucleare. Finisce al 41-bis perché durante la detenzione mandava o trovava il modo di fare arrivare messaggi", afferma la premier

“Una cosa interessante che non si è notata: Cospito nel 1991, già in carcere, decise di fare lo sciopero della fame, e venne graziato. Lo Stato lo ha graziato ed è andato a sparare a della gente. Non stiamo parlando di una vittima, per come la vedo io. È possibile che oggi ritenga che tornando a fare lo sciopero della fame, potrebbe…”. Così la premier Giorgia Meloni, intervenendo a Dritto e rovescio su Rete 4, chiude ancora una volta all’ipotesi di una revoca governativa del 41-bis ad Alfredo Cospito. Il riferimento è alla grazia che in effetti l’anarchico ottenne dall’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, dopo la condanna a un anno e nove mesi di carcere per diserzione: si era dichiarato obiettore totale al servizio militare, uno dei primi in Italia.

“Penso che bisogna fare un po’ di chiarezza”, dice ancora Meloni. “Chi è Alfredo Cospito? È un anarchico, in carcere perché condannato per il reato di strage e perché tra le altre cose ha sparato alle gambe di un dirigente di Ansaldo nucleare. Cospito finisce al 41-bis perché durante la detenzione mandava o trovava il modo di fare arrivare messaggi agli anarchici che erano fuori dicendo “continuate la lotta, organizzatevi”. E spiega. “Il 41-bis è un istituto preciso che viene preso in considerazione in base alla gravità del reato e alla capacità che si ha di comunicare con l’esterno e se c’è una pericolosità in quella comunicazione. Cospito per questo finisce al carcere duro, e comincia a fare lo sciopero della fame non solo perché rifiuta il carcere duro, ma anche perché rifiuta l’istituzione del carcere”.