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Cospito, Cacciari: “Il 41 bis per lui è una palese ingiustizia. Donzelli è un poverino, parliamo di una destra becera che fa il ‘dagli all’anarchico’”

Donzelli è un poverino, lasciamolo perdere. Qui si tratta di una reazione inconsulta tipica di una certa destra becera, che, quando ci sono disordini di qualche tipo, fa il “dagli all’anarchico!”. Vi ricordate il caso Valpreda e ‘la pista degli anarchici’? Qui invece si tratta di una questione di civiltà giuridica. Devono togliere il 41 bis a Cospito, perché non può essere applicato al suo caso. Questo è il punto. Nessuno dice che non va punito per i reati che ha commesso, ma siamo a una palese ingiustizia nell’applicazione di una norma”. Così, ai microfoni de L’Italia s’è desta (Radio Cusano Campus), il filosofo Massimo Cacciari commenta le accuse rivolte ieri dal deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, a quattro parlamentari del Pd che il 12 gennaio scorso si sono recati in visita dell’anarchico Alfredo Cospito, detenuto nel regime del 41 bis.

Cacciari, la cui posizione sul caso Cospito è nota da tempo, spiega: “La ratio del 41 bis è chiarissima: si tratta di impedire a pericolosissimi capi di organizzazioni criminali, che hanno dimostrato realmente di attentare alla sicurezza dello Stato, di continuare a svolgere le loro attività criminali dal carcere, perché questo avveniva ed era stato scientificamente dimostrato. E si trattava di casi mafiosi stragisti, quelli che hanno fatto saltare per aria Falcone e Borsellino. Gente con una capacità formidabile di direzione e di organizzazione. Non sto a discutere se il 41 bis debba essere mantenuto. Può darsi di sì, perché i mafiosi ci sono ancora e pericoli di questo genere possono esserci”.

Ma sottolinea: “Come ogni persona dotata di un cervello e della capacità di intendere e di volere, mi chiedo, però, se ci troviamo di fronte a criminali di quel genere. Cospito ha commesso gravi reati e quindi va punito, ma non ha fatto certamente nessuna vittima. Gli è stato dato il 41 bis per aver attentato alla sicurezza dello Stato, in base a una bomba carta a una stazione dei Carabinieri che non ha fatto né morti, né feriti. Questo è stato ritenuto attentato alla sicurezza dello Stato. Costui allora chi è? – chiede Cacciari – Uno che può organizzare le brigate anarchiche internazionali in giro per il mondo? Ma scherziamo? Guardiamo la sua biografia e quello che può fare questa persona. Che rapporti ha questa persona con terroristi di una volta o con stragisti mafiosi degli anni 90? Vogliamo paragonare Cospito a chi ha fatto saltare per aria Falcone? Ma abbiamo portato il cervello all’ammasso in questo paese?“.

Il filosofo aggiunge: “La civiltà giuridica dice che ogni norma va comunque applicata con criteri di umanità e quindi la pena deve colpire il meno possibile l’umanità della persona. Ad esempio, non posso torturare, perché anche la tortura è una pena. Qui il 41 bis è applicato a mo’ di tortura. Donzelli parla di legami tra mafiosi e anarchici? Ma con chi vuole che parli Cospito al 41 bis? Ci sono solo mafiosi. E vuole che un mafioso sia così stupido da non portare l’acqua al suo mulino? – continua – Il mafioso dice: ‘Questo qui sta facendo lo sciopero della fame per il 41 bis e se domani mi crepa, sfruttiamo questa occasione per per vedere se mi tolgono il regime di carcere duro’. Tra l’altro, c’è una evidente contraddizione, perché se Cospito può parlare con mafiosi, vuol dire che il 41 bis funziona poco bene. È un’altra delle tante corbellerie, come quella di continuare a tenere nel 41 bis questo poveraccio, chissà per quale ragione”.

Cacciari conclude: “Io non sto facendo l’avvocato di Cospito, non condivido affatto le sue idee. Qui si parla di anarchia come se fossimo ai tempi di Bakunin. In realtà, è da un secolo che l’anarchia non ha alcun valore e non conta assolutamente nulla sulla scena politica internazionale. Cospito fa le battaglie che vuole, io rivendico la posizione mia e di tantissimi altri su questo caso. Non si capisce l’accanimento su Cospito – chiosa – Lui sta scontando una pena pesantissima e che è stato giudicato per reati di una gravità pazzesca come l’attentato alla sicurezza dello Stato, che peraltro prevede l’ergastolo ostativo. E non si capisce perché soltanto in questo caso sono state applicate queste norme e queste pene, mentre in altre situazioni obiettivamente molto più gravi questo non è stato fatto”.