Giustizia & Impunità

Fabio Pinelli, l’avvocato in quota Lega nuovo vicepresidente del Csm: ha difeso Morisi e Siri. È il primo di sempre indicato dal centrodestra

Penalista del foro di Padova, legale di Luca Morisi e Armando Siri Pinelli è stato eletto con 17 voti, la maggioranza assoluta dei componenti. Superata la candidatura rivale di Roberto Romboli, professore in quota Pd, che si è fermato a 14. Il renziano Ernesto Carbone vota insieme alla maggioranza. Nel saluto d'insediamento, il nuovo vicepresidente ha citato Rosario Livatino, giudice ucciso dalla mafia: "Cerchiamo di essere credibili, trasparenti, mai obliqui"

È Fabio Pinelli, consigliere laico in quota Lega, il nuovo vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura (Csm): è il primo di sempre a essere stato indicato da un partito di centrodestra (escludendo la Dc). Penalista del foro di Padova, 57 anni, ha difeso tra gli altri l’ex sottosegretario Armando Siri e l’ex spin doctor di Matteo Salvini Luca Morisi, nonché la Regione Veneto presieduta da Luca Zaia. Ma è anche socio della Fondazione Leonardo e molto vicino al suo presidente, Luciano Violante. Pinelli succede al dem David Ermini: è stato eletto con 17 voti, la maggioranza assoluta dei 33 consiglieri, superando la candidatura rivale di Roberto Romboli, costituzionalista dell’università di Pisa in quota Pd, che si è fermato a 14. Un consigliere ha votato scheda bianca. “Ringrazio la parte politica che ha ritenuto di poter investire su una figura non politica e indipendente. Cercherò di portare avanti il mio dovere tenendo alti i valori della Costituzione”, ha detto in una breve dichiarazione alla stampa. Una nota di palazzo Chigi informa che la premier Giorgia Meloni rivolge a Pinelli “gli auguri di ottimo lavoro, nella certezza della leale collaborazione col governo per migliorare la giustizia in Italia”.

Il candidato della Lega (e di tutta la maggioranza di governo) ha ottenuto un voto in più dei 16 che gli erano attribuiti alla vigilia, quando sembrava in perfetta partità con Romboli. Il voto extra si è aggiunto a quelli dei sette togati conservatori di Magistratura indipendente, dei sette laici in quota centrodestra, del renziano Ernesto Carbone (indicato da Azione e Iv) e di Andrea Mirenda, l’unico togato non membro di una corrente. Al contrario, uno dei teorici sostenitori di Romboli (gli otto togati progressisti di Area e Magistratura democratica, i quattro “moderati” di Unicost e il laico in quota M5s Michele Papa) ha scelto di non votarlo. L’elezione è arrivata alla terza votazione, quando bastava la maggioranza semplice: nelle prime due, che richiedevano la maggioranza assoluta, Pinelli aveva raccolto rispettivamente 14 e 15 voti, Romboli 13 e 12, con cinque schede bianche. Subito prima c’è stato sulla verifica dei titoli per l’elezione dei membri laici, approvata con il solo voto contrario del consigliere Mirenda, che ha sostenuto l’ineleggibilità di Romboli in quanto professore emerito (e non più ordinario, come prescrive la Costituzione).

Subito dopo l’elezione, il capo dello Stato Sergio Mattarella (che presiedeva la seduta in quanto presidente di diritto del Csm) si è rivolto al suo nuovo vice: “A lei, signor vicepresidente, spetta il compito di favorire la coesione dell’attività del Consiglio. L’adozione di delibere condivise, ne rende più efficace ed autorevole il percorso”. “Sono onorato del ruolo che mi avete riconosciuto. È una grande emozione, mi rendo conto della gravosissima responsabilità. Orienterò ogni mia comportamento nell’interesse del Paese con la guida e il faro del presidente della Repubblica”, ha detto Pinelli nel saluto al plenum. “Non ho preparato un intervento, credo che sarebbe stato improprio e irrispettoso nei confronti di chi ha scelto legittimamente di non votarmi. Ai consiglieri che hanno espresso un indirizzo di voto diverso dovrò garantire ascolto“, ha sottolineato. Concludendo con una citazione di Rosario Livatino, il “giudice ragazzino”, morto a 28 anni assassinato dalla Stidda agrigentina, proclamato beato il 9 maggio 2021: “Nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma quanto siamo stati credibili”. “Cerchiamo di essere credibili, trasparenti, mai obliqui nell’interesse supremo del Paese”, ha aggiunto lui.