Scuola

Concorso presidi 2017, la maggioranza del “merito” ci riprova: emendamento della Lega per aprire un canale straordinario ai bocciati

Il primo tentativo proposto da Fratelli d'Italia con il decreto Aiuti Quater era fallito, ora tocca al Carroccio del ministro Valditara: un modo per superare per via legislativa il ricorso di chi venne bocciato all'orale o allo scritto ed era finito in graduatoria prima di una sentenza del Consiglio di Stato. M5s: "Sanatoria indegna"

Una sorta di “seconda possibilità” raggiungibile grazie a un corso di 120 ore con prova finale. È quella che la maggioranza di centrodestra, quella che ha scelto di aggiungere “e del Merito” alla denominazione del ministero dell’Istruzione, sta tentando di dare, per la seconda volta, ai bocciati del concorso per dirigenti scolastici del 2017. Se a dicembre era stato un emendamento di Fratelli d’Italia, firmato dalla senatrice Carmela Bucalo, a provare questa strada nel decreto Aiuti Quater, ora tocca alla Lega all’interno del decreto Milleproroghe, il cui esame inizia giovedì in commissione.

L’intervento riguarderebbe quanti hanno partecipato al concorso ma che, pur non avendo superato le prove, erano stati inseriti in graduatoria con un provvedimento cautelare. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha rigettato i provvedimenti cautelari, adesso la Lega vorrebbe attivare per gli aspiranti presidi un corso riservato al termine del quale, dopo una prova finale, avrebbero accesso alla graduatoria, venendo inseriti in coda. Anche se all’epoca, dopo aver superato la prova preselettiva, erano stati bocciati allo scritto o all’orale.

La vicenda riguarda il concorso bandito il 23 novembre 2017 per coprire tutti i posti vacanti e disponibili in tutto il territorio nazionale. La questione riguarda circa duecento persone. Nel 2017 questi candidati hanno innanzitutto superato una prova a quiz per la quale è stata fornita una banca dati. Ma la loro rincorsa alla dirigenza si era interrotta allo scritto o all’orale in uno dei più contestati concorsi banditi negli ultimi anni. Adesso la Lega vorrebbe dar loro una seconda possibilità.

La scelta ha provocato la reazione dei Cinque Stelle: “Ci sono cascati di nuovo. Dopo aver cercato nel decreto Aiuti IV di spalancare le porte delle nostre scuole a futuri dirigenti scolastici bocciati al concorso del 2017, ora la destra ci riprova con il Milleproroghe”, scrivono Luca Pirondini, Vincenza Aloisio e Francesco Castiello della commissione Istruzione al Senato. L’emendamento, per i pentastellati, “prova nuovamente a fare una sanatoria indegna a favore di coloro il cui unico ‘merito’ è aver partecipato al concorso e frequentare un mini corso riservato di 120 ore con prova finale. Tanto basta alla maggioranza per farli diventare presidi delle nostre scuole”.

“Ma con che faccia continuano a parlare di ‘merito’ quando continuano a presentare proposte del genere, che umiliano chi studia per far passare avanti chi è stato bocciato, svalutando la scuola pubblica a parcheggio retribuito per pochi fortunati? – concludono – Sarebbe interessante capire cosa ne pensa il ministro Valditara, che della parola ‘merito’ ha fatto un vessillo buono per la propaganda ma senza alcun senso alla prova dei fatti”. Per l’ex sottosegretario leghista Rossano Sasso quel concorso fu “denso di irregolarità e di denunce penali” che hanno portato “anche a numerosi indagati”. E conclude: “Vorremmo solo dare a chi è stato bocciato ingiustamente la possibilità di poter essere nuovamente valutato con una regolare selezione e delle regolari prove scritte e orali”.