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Nuova Zelanda, la premier Jacinda Ardern si dimette: “Sono esausta. Nessuno scandalo segreto, sono umana”

La notizia della sua rinuncia al mandato è arrivata a sorpresa durante una conferenza stampa tenutasi questa mattina (ora locale): "Avere un ruolo così privilegiato comporta responsabilità, tra cui quella di sapere in quale momento sei la persona giusta per stare al comando e anche in quale momento non lo sei", ha spiegato

“Sono esausta. Non ho semplicemente più le energie per ulteriori quattro anni”. Con queste parole Jacinda Ardern ha annunciato le dimissioni dall’incarico di Primo Ministro della Nuova Zelanda. La notizia della sua rinuncia al mandato è arrivata a sorpresa durante una conferenza stampa tenutasi questa mattina (ora locale): “Avere un ruolo così privilegiato comporta responsabilità, tra cui quella di sapere in quale momento sei la persona giusta per stare al comando e anche in quale momento non lo sei”, ha spiegato, specificando che si tratta di una decisione su cui stava riflettendo dall’estate. “Sono umana – ha detto visibilmente commossa -. Noi diamo tuto quello che possiamo per tutto il tempo che possiamo e poi arriva il momento. E per me quel momento è arrivato. Ho dato tutta me stessa per essere primo ministro, ma mi è anche costato molto. Non posso e non devo fare questo lavoro se non ho il pieno di energie, oltre ad un po’ di riserva per quelle sfide impreviste che inevitabilmente si presentano”. Adesso, resterà in carica fino al prossimo 7 febbraio, quindi proseguirà con il suo mandato di deputata fino alle elezioni di fine anno. Ardern, 42 anni, è entrata in carica come primo ministro nell’agosto 2017, la persona più giovane nella storia del paese a ricoprire la carica.

La premier si è detta fiduciosa sulla possibilità di una vittoria dei laburisti anche in sua assenza: “Sono incredibilmente orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato negli ultimi cinque anni, nonostante le numerose sfide che ci attendono. Abbiamo capovolto le statistiche sulla povertà infantile e ottenuto i progressi più significativi in materia di assistenza sociale e di alloggi pubblici che siano stati visti in molti decenni”. “Oltre alla nostra ambiziosa agenda – ha aggiunto – che ha cercato di affrontare questioni a lungo termine come la crisi abitativa, la povertà infantile e il cambiamento climatico, abbiamo anche dovuto rispondere a un attacco terroristico interno, un’eruzione vulcanica e un pandemia globale, con la conseguente crisi economica. Le decisioni che si sono dovute prendere sono state costanti e pesanti”, ha sottolineato.
“Spero – ha poi detto, rispondendo ad una domanda – di lasciare ai neozelandesi la convinzione che si possa essere gentili ma forti, empatici ma decisi, ottimisti ma concentrati. E che si possa essere un proprio tipo di leader, uno che sa quando è il momento di andare”.