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Ucraina, ex comandante della Wagner scappa in Norvegia: “Buttati in battaglia come carne da cannone”

Andriy Medvedev ha deciso di lasciare il gruppo di miliziani allo scadere del contratto e si è detto pronto a testimoniare contro Evgheny Prigozhin: "I prigionieri venivano uccisi con un colpo d’arma da fuoco se si rifiutavano di combattere o per tradimento"

Ha attraversato la frontiera il 12 gennaio, vicino alla città mineraria russa di Nickel, nella regione di Murmansk. Le guardie di frontiera russe l’hanno visto scappare e hanno provato a fermarlo, sparandogli. Ma lo hanno mancato. Così Andriy Medvedev, un ex comandante del gruppo mercenario Wagner, si è rivolto alle forze dell’ordine locali chiedendo asilo politico. È fuggito perché temeva per la sua vita, dopo essersi rifiutato di rimanere in servizio con la società di Evgheny Prigozhin, allo scadere di un primo contratto durato quattro mesi, dopo il quale i miliziani sono stati costretti ad accettare a novembre un ulteriore rinnovo. Ma lui ha deciso di lasciare arbitrariamente la sua unità ed è tornato in Russia, dove ha contattato gli attivisti per i diritti umani affermando che gli uomini legati al gruppo dei mercenari stavano cercando di catturarlo. A dicembre, Medvedev ha rilasciato un’intervista ai giornalisti di The Insider, in cui ha parlato delle esecuzioni e delle perdite del reggimento. Parlando con Vladimir Osechkin, il direttore di Gulagu.ru, un attivista russo che aiuta i profughi a ottenere visti all’estero, Medvedev ha citato il caso di Evgheny Nuzhin, un altro mercenario che aveva lasciato il servizio e che poi era stato ucciso. La sua barbara esecuzione era stata ripresa in video. “Venivamo buttati in battaglia come carne da cannone”, ha denunciato.

Medvedev ha ricordato di aver passato la frontiera all’altezza della città russa di Nikel. Ed è poi stato arrestato dalla polizia norvegese a Pasvik. Ora, ha aggiunto, combatterebbe per l’Ucraina. E non sente “altro che odio” per il suo Paese. “Ho firmato un contratto con la Wagner il 6 luglio dello scorso anno. Sono stato nominato comandante del Primo squadrone del Quarto platone del Settimo distaccamento d’assalto. Quando hanno iniziato ad arrivare i prigionieri, la situazione alla Wagner è davvero cambiata. Hanno smesso di trattarci come esseri umani. E ci gettavano in battaglia come carne da cannone”. “Ogni settimana, arrivavano altri detenuti. Abbiamo perso un sacco di uomini. Le vittime erano tante. Potevamo perdere 15-20 uomini solo nel nostro platone. Per quello che ne so, la maggior parte di loro sono stati sepolti nella Repubblica di Luhansk e dichiarati dispersi. Se dichiari un mercenario disperso, non devi versare l’assicurazione ai familiari. I prigionieri venivano uccisi con un colpo d’arma da fuoco se si rifiutavano di combattere o per tradimento”. “Andrei ha deciso di lasciare la Wagner. Quindi, è diventato ricercato dai servizi di sicurezza della società e dai servizi russi. La sua vita era minacciata. Aveva paura di essere ucciso come Nuzhin, con un martello”, spiega Osechkin.

Secondo quanto riferito oggi dall’agenzia di stampa norvegese Ntb, Medvedev è in fuga da quando ha disertato dal Gruppo Wagner il 6 luglio. Tra i miliziani di Prigozhin ci sono molti detenuti reclutati nelle carceri russe, che hanno guidato attacchi in Ucraina. Il gruppo è diventato sempre più influente in Africa, dove ha promosso la disinformazione russa, costruito alleanze con i regimi e ottenuto l’accesso a petrolio, gas, oro, diamanti e minerali preziosi.