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Valentina Nappi, il porno e la tecnologia: “C’è bisogno di un Amazon dell’hard. I social? Sento il problema della censura…” – L’intervista

L'attrice pornografica e regina nelle ricerche e visualizzazioni su Pornhub e XVideos, oltre che occuparsi della riflessione estetica, etica, nonché politica del suo settore, è anche una “geek”. Abbiamo parlato con lei dello stretto legame tra l’industria per adulti e l’incedere tecnologico

“Tecnologia e pornografia sono due assi portanti della modernità occidentale, dunque il loro procedere di concerto non è sorprendente”: non servono preamboli quando si parla con Valentina Nappi dello stretto legame tra l’industria per adulti e l’incedere tecnologico. A onor del vero, il suo precedere: molti degli strumenti che quotidianamente utilizziamo, dalle videochat alla potenza stessa delle infrastrutture digitali, hanno visto un ampio tempo di rodaggio e sviluppo nel porno. Nappi, attrice pornografica e regina nelle ricerche e visualizzazioni su Pornhub e XVideos, oltre che occuparsi della riflessione estetica, etica, nonché politica del suo settore, è anche una “geek”.

Valentina, pensando a quell’agire di concerto, quale delle innovazioni pensi sia stata la più significativa?
Tutte le innovazioni sono importanti, poiché l’innovazione è la benzina della modernità: senza il culto dell’innovazione, senza mantenere vivo il fuoco di questa rivoluzione permanente che è la modernità capitalistica, l’umanità retrocede prima allo stadio comunitario premoderno e poi a quello bestiale. Non c’è porno senza innovazione: il porno necessita strutturalmente di continue innovazioni al pari di tutto l’apparato tecnocapitalistico.

Allora, proviamo a restringere l’arco temporale.
Negli ultimi quindici anni probabilmente le innovazioni tecniche più importanti per il porno sono state quelle che hanno determinato un abbattimento dei costi di produzione dei video e quelle che hanno facilitato la loro diffusione: questo ha prodotto una normalizzazione della diffusione di contenuti sessuali. Onlyfans assomiglia a una grande opera à la Franco Vaccari, ma in chiave sessuale: un enorme catalogo di riprese sessuali “casual” che nel suo complesso produce i presupposti per un trascendimento di certe vecchie logiche dell'”intimità”.

C’è ancora spazio per inventarsi qualcosa, per innovare?
C’è sempre spazio per innovare. Ciò di cui abbiamo davvero bisogno nel porno sono i fatturati miliardari, le aziende con fatturati miliardari. Prima dell’avvento di Onlyfans nessuna azienda del settore li ha mai avuti. Abbiamo bisogno di una Amazon del porno. Le competenze tecniche saranno una conseguenza.

Parliamo di social: ti risulta che gli attori del porno siano più “controllati” degli altri influencer?
Quello della censura è un problema che avverto particolarmente. Un problema che dipende dalle istanze e dalle pressioni di comunità arretrate che purtroppo hanno ancora un peso numerico enorme in rapporto all’utenza generale dei social. Ci sono regioni del globo che sono rimaste indietro e anche nei paesi avanzati esistono fasce arretrate della popolazione. Io inorridisco a pensare che in Italia e in altri paesi avanzati c’è ancora una maggioranza di persone che pratica il battesimo dei bambini piccoli. È una violenza simbolica inaccettabile, una violenza contro la dignità “kantiana”, auto-determinativa, dell’essere umano. E poi il problema sarebbe che un minorenne veda le mie tette o la mia f**a…

Sei anche una gamer: com’è costruita la tua postazione? Quali sono i prodotti più divertenti?
Sto mettendo a punto una nuova postazione da gaming per lo streaming con vasca idromassaggio e green screen/proiettore.

Spettacolo. Quante ore riesci a dedicare al gioco?
Ultimamente mi sono dedicata più a Onlyfans quindi non ho giocato molto e comunque non in streaming (ho solo giocato privatamente a Elden Ring e Bayonetta 3), ma conto di riprendere a streammare in primavera.

Nella community dei gamer esiste un gender gap?
Queste sono le solite sciocchezze femministe prive di fondamento. La verità è che a parità di bravura e avvenenza le femmine sono seguite molto più dei maschi (con le ovvie eccezioni di pochissimi maschi al top). Quindi, al limite, il gender gap è al contrario. C’è da dire che la rappresentanza femminile dipende molto dalla tipologia di gioco: per alcuni siamo oramai a 50 e 50, per altri c’è una forte preponderanza maschile.

Tuttavia, in alcune realtà mi raccontano di gamer donne costrette a fingere di non esserlo per evitare di essere importunate, offese o screditate.
L’esposizione mediatica ha i suoi vantaggi (molti) e alcuni svantaggi (pochi). Queste tizie hanno il complesso, tipicamente femminile, di “cappuccetto rosso”.

Che ne pensi del Metaverso? Marketing, o opportunità?
Il Metaverso è una grandissima opportunità. È davvero assurdo — per ragioni ecologiche, economiche, di comodità, di emancipazione dai vincoli spaziotemporali… — che le interazioni “reali” abbiano ancora così tanto spazio nel nostro mondo, quando sarebbero in larga parte eliminabili. Credo che il Metaverso sarà una parte importante del nostro futuro e credo che ciò sarà un bene.