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QatarGate, partiti plaudono a contromisure Ue. Gli esperti in trasparenza e lobby le bocciano. “Modifiche marginali, occasione persa”

Disco verde alla bozza di proposte presentate dalla presidente Metsola a due mesi dallo scandalo. Timide aperture e incoraggiamenti arrivano dalle forze politiche, anche italiane, ma dagli esperti in materia di trasparenza e lobby piovono critiche. La doccia fredda del fondatore di The Good Lobby: "Solo modifiche marginali al regime etico esistente che non hanno alcun effetto strutturale". Mancano sanzioni, dichiarazioni di interessi finanziari in entrata e uscita. Con Alemanno proviamo a capire perché, punto per punto

“Le proposte non sono all’altezza delle sfide sollevate da questo scandalo, così come non lo è il processo (unilaterale) che le ha prodotte”. Parola di Alberto Alemanno, fondatore di The Good Lobby che boccia nettamente le contromisure annunciate in pompa magna dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola a due mesi dal QatarGate, il più grande caso di corruzione della storia dell’istituzione. Presentate oggi alla Conferenza dei Presidenti che hanno dato il disco verde per lavorare alle proposte definitive, erano circolate ieri in forma di bozze trovando timidi plausi dei partiti, come la presidente dei Socialisti all’Eurocamera, Iratxe Garcia Perez che parla di “un buon inizio”: “Possiamo essere più ambiziosi per aumentare la trasparenza”. Ne sono convinti in tanti, come il deputato leghista e capogruppo di Id Marco Zanni (“sarà un percorso abbastanza rapido, siamo ottimisti”). Si tratta di una “utile bozza da cui partire” dicono i Cinque Stelle, con l’eurodeputata Laura Ferrara che chiede però misure draconiane, come la perdita della pensione ai colleghi in caso di condanna.

Ma dagli addetti ai lavori arriva il controcanto, una doccia fredda. Sono proprio gli esperti in materia di trasparenza e controllo i più critici verso le misure annunciate, come il professore di Diritto dell’Unione Europea presso l’HEC di Parigi Alberto Alemanno, fondatore di The Good Lobby . Il suo giudizio è durissimo: “La proposta consiste in una serie di modifiche marginali al regime etico esistente che non hanno alcun effetto strutturale. Spetterà sempre alla presidente e ai suoi colleghi applicarli. Insomma, si rimane nella logica dell’auto-regolazione, che come ormai ben sappiamo tutti non funziona. Inoltre, queste regole non impongono una dichiarazione di interessi finanziari all’inizio e alla fine del mandato – forse la misura più efficace per prevenire comportamenti corruttivi – né la creazione di una commissione d’inchiesta”. Si tratta insomma di “un’occasione persa”. Con Alemanno proviamo a capire perché, esaminando la bozza di proposte punto per punto.

Obiettivo 1: una nuova politica delle porte girevoli
Si potrebbe prevedere un periodo di “ripensamento” per gli ex deputati che desiderano esercitare pressioni sui parlamentari. Questo sarà collegato all’indennità transitoria concessa agli ex deputati. Per un periodo in cui gli ex deputati beneficiano di un’indennità transitoria non sarebbero autorizzati a essere iscritti nel registro per la trasparenza e quindi non sarebbero in grado di esercitare pressioni sull’istituzione che hanno prestato servizio immediatamente dopo la fine del loro mandato.

Alemanno: “Oggi gli eurodeputati non sono soggetti ad alcun vincolo post mandato, eppure percepiscono un’indennità transitoria per il reinserimento lavorativo (non ha senso). Ora, mentre non saranno in grado di esercitare pressioni sul post-mandato dell’UE, rimangono liberi di avere lavori secondari durante il mandato. Assurdo.

Obiettivo 2: gettare una luce più chiara sulle attività dei deputati
Maggiori e più chiare informazioni dovrebbero essere messe a disposizione del pubblico. Un’opzione è quella di introdurre una scheda “Integrità” sulla prima pagina del sito web del Parlamento europeo che centralizzerebbe e conterrebbe le informazioni relative all’integrità del lavoro parlamentare in un unico posto. Potrebbe includere informazioni dettagliate su: sanzioni, dichiarazioni di regali, dichiarazioni di viaggi in paesi terzi non pagati dall’Unione europea, dichiarazioni di riunioni programmate, informazioni sul codice di condotta e comitato consultivo; – informazioni e link al Registro per la trasparenza.

Alemanno: Ora le sanzioni degli eurodeputati sono rare e invisibili all’elettorato. Ora potrebbero diventare visibili consentendo un maggiore controllo pubblico. Tuttavia, a seconda di dove/come verranno fornite tali informazioni, questa riforma raggiungerà l’obiettivo dichiarato. Riforma positiva e in ritardo, ma funzionerà?

Obiettivo 3: controlli più severi sui rappresentanti di interessi
L’inserimento nel registro per la trasparenza dovrebbe costituire un obbligo di partecipazione alle audizioni parlamentari e ad altri eventi per tutti i lobbisti, le ONG ei rappresentanti di interessi. Sarà necessario personale aggiuntivo per ottimizzare il controllo del registro per la trasparenza al fine di garantire la qualità dei dati e informazioni aggiornate sulle attività di lobbying. Il Parlamento europeo potrebbe effettuare controlli regolari su tali organizzazioni nel registro per la trasparenza, anche chiedendo verifiche ad hoc dei collegamenti con paesi terzi e flussi di finanziamento

Alemanno: l’inserimento nel registro per la trasparenza è già un prerequisito 2 partecipare all’evento del Parlamento europeo. Ora un meccanismo di verifica potrebbe eventualmente essere istituito a livello di PE, ma il Sec Gen of Registry è ospitato dalla Commissione. È ridicolmente a corto di personale e impedito dalla progettazione per verificare la veridicità delle informazioni

Obiettivo 4: Pubblicazione obbligatoria delle riunioni
Dovrebbe essere introdotto l’obbligo per tutti i deputati di rendere pubbliche tutte le riunioni programmate con terzi relative a una relazione o risoluzione del Parlamento europeo. Tale obbligo esiste attualmente solo per i presidenti di commissione, i relatori ei relatori ombra. Tale obbligo potrebbe essere esteso a tutti i deputati, a tutti gli assistenti parlamentari accreditati, al personale dei gruppi politici e al personale del Parlamento europeo. L’elenco delle riunioni sarà reso facilmente accessibile al pubblico. Le organizzazioni iscritte nel registro per la trasparenza dovrebbero inoltre avere l’obbligo di rendere pubbliche tutte le loro riunioni con membri, APA e personale collegate a relazioni o risoluzioni del Parlamento europeo.

Alemanno: Alleluia! Dopo decenni di respingimenti, anche i deputati europei saranno soggetti a rendicontazione obbligatoria delle riunioni (così come il personale), ma non è chiaro se si applicherà anche a tutte queste riunioni o solo a quelle ‘relative a una relazione o risoluzione’. Ambiguo

Obiettivo 5: imporre il divieto di gruppi di amicizia con paesi terzi
Qualsiasi attività o riunione di qualsiasi raggruppamento non ufficiale di deputati che possa creare confusione con le attività ufficiali del Parlamento europeo sarà vietata. Ciò si applicherà ai “gruppi di amicizia” con paesi terzi in cui altri organi del Parlamento fungono già da interlocutori. I paesi terzi dovrebbero interagire con il Parlamento attraverso la commissione per gli affari esteri, le delegazioni parlamentari ufficiali esistenti o altre commissioni, se necessario.

Alemanno: Vietare i gruppi di amicizia (senza dire cosa sono) quando “potrebbero creare confusione” con le attività ufficiali del PE appare probatio diabolica… I deputati europei non esiteranno a invocare il loro amato mandato di libertà di elettorato per preservare il loro spirito imprenditoriale!

Obiettivo 6: Chiarezza nell’accesso ai locali del Parlamento
La creazione di un nuovo registro di ingresso. Tutte le persone che accedono ai locali del Parlamento europeo, compresi i rappresentanti di paesi terzi, devono, all’ingresso negli edifici del Parlamento europeo, fornire informazioni per un registro degli ingressi indicando la data, l’ora e lo scopo della visita. E’ possibile prendere accordi per avere questo registro anche come opzione digitale o online. Gli ospiti, muniti di badge visitatore, devono essere sempre accompagnati dalla persona preposta all’accesso.

Alemanno: Davvero? Ad oggi il Parlamento Ue non può dire chi entra nei suoi locali. Ora lo saprà, prima grazie a un registro cartaceo, che poi forse passerà al digitale… Nessun visitatore non accompagnato!

Obiettivo 7: Revisione delle norme sugli ex deputati
Potremmo sostituire i badge di accesso permanente attualmente concessi agli ex membri con nuovi badge di accesso giornaliero. Gli ex membri non dovrebbero più avere il diritto di concedere l’ingresso a nessun altro e gli attuali diritti di accesso per l’entourage degli ex membri possono essere rimossi. Ai servizi del Parlamento può essere chiesto di istituire uno sportello dedicato e una corsia preferenziale appositamente per l’accreditamento degli ex deputati. Gli ex membri che entrano in Parlamento come rappresentanti di interessi, dopo il periodo di riflessione, dovranno essere iscritti nel registro per la trasparenza secondo le norme vigenti. Saranno tenuti a firmare il registro degli ingressi appena creato.

Alemanno: Perché mai agli ex eurodeputati è stato permesso di girare liberamente all’interno dei locali del PE? Se non sono più funzionari eletti, è giunto il momento di trattarli come cittadini regolari (tesserino giornaliero) o qualsiasi altro lobbista (regime di registro)

Obiettivo 8: evitare conflitti di interessi
Dovremmo far rispettare l’obbligo per i deputati di fare una dichiarazione sui potenziali conflitti di interesse prima di accettare una relazione o una risoluzione in qualità di relatore o relatore ombra e presentarla alla commissione competente (o alla plenaria, se necessario). Questo sarà gestito dalle segreterie competenti del Comitato. Dovrebbero essere attuati ulteriori controlli e azioni di sensibilizzazione per garantire che gli assistenti parlamentari accreditati e il personale non siano autorizzati a far parte di organizzazioni con un ruolo dirigenziale che abbiano collegamenti con paesi terzi.

Alemanno:. Norma molto marginale, aggiuntiva ma sommaria per evitare il conflitto di interessi, in quanto l’articolo 3 del Codice di condotta lo prevede per i deputati europei. Utile in quanto lo estende al personale.

Obiettivo 9: Maggiore trasparenza sulle dichiarazioni finanziarie
Il livello di dettaglio richiesto nella dichiarazione degli interessi finanziari dei membri dovrebbe essere aumentato e reso più chiaro. Dovrebbero essere incluse maggiori informazioni sui lavori secondari e sulle attività esterne dei deputati. Dovrebbero essere consentiti controlli per garantire la corretta applicazione delle norme.

Alemanno: Lavori secondari? Continua così, ma per favore divulgali. Soldi extra? Continua, ma segnala tutto ma non è necessario rivelarlo all’inizio e alla fine del mandato (per verificare se hai acquistato delle ville con un mucchio di soldi). Status quo

Obiettivo 10: Introduzione della formazione in materia di compliance e whistleblowing
La formazione dei deputati dovrebbe essere disponibile durante tutta la legislatura. Il Parlamento europeo dovrebbe imporre una formazione obbligatoria per tutti gli assistenti parlamentari accreditati dei deputati sulle regole finanziarie, la conformità, la condotta e la denuncia di irregolarità, assicurando che siano a conoscenza di tutte le regole e i sistemi per proteggere l’integrità dell’istituzione, se stessi e il deputato con cui lavorano. Tra il personale del PE dovrebbe essere prevista una formazione obbligatoria per i dirigenti di linea che potrebbero ricevere segnalazioni da informatori

Alemanno: poiché gli informatori non sono protetti nel Parlamento europeo, forniamo una formazione (!) su come diventarlo… Status quo

Obiettivo 11: Rafforzare il Comitato del Codice di Condotta
Sebbene il Parlamento europeo abbia già proposto un nuovo organismo etico per le istituzioni dell’UE, agiremo unilateralmente per garantire che i membri siano tenuti a richiedere consulenza, in modo semplice e rapido, su possibili conflitti su base sistematica al comitato consultivo del codice di condotta. Il ruolo del Comitato dovrebbe essere rafforzato.

Alemanno: La commissione per il codice di condotta del Parlamento europeo dovrebbe già fornire consulenza, su richiesta, su potenziali conflitti. Eppure manca di indipendenza, compromesso a causa della sua natura bipartitica e manca di denti veri. Questo non cambierà

Obiettivo 12: combattere le interferenze straniere rafforzando al tempo stesso il lavoro sui diritti umani
Il lavoro del Parlamento europeo sulla protezione dei diritti umani in tutto il mondo è qualcosa di cui siamo orgogliosi e che dobbiamo rafforzare. Dobbiamo farlo respingendo qualsiasi interferenza straniera nel nostro lavoro. I controlli e gli equilibri per le proposte di risoluzione presentate con urgenza, che sono state oggetto di indebite influenze, possono essere rafforzati e la fiducia in questo aspetto critico del lavoro del Parlamento europeo può essere rafforzata. Pertanto la Conferenza dei presidenti dovrebbe applicare un approccio che accetti solo le richieste di urgenza provenienti da una commissione, previa discussione all’interno di tale commissione, con proposte di risoluzione limitate in lunghezza e portata alla questione dei diritti umani in questione.

Alemanmno: Ehm. Poiché il #Qatargate ha svelato una lacuna, colmiamola con qualche cautela in più… mentre le proposte di risoluzione sono presentate con (sospetta) urgenza. Clausola inapplicabile e senza senso

Obiettivo 13: rafforzare la lotta alla corruzione
Il Parlamento europeo dovrebbe rafforzare la sua cooperazione con le autorità giudiziarie e di contrasto degli Stati membri per garantire che l’istituzione sia in grado di rispondere e contribuire al meglio a qualsiasi indagine su presunte attività criminali di deputati o personale. Esamineremo la protezione che tali istituzioni giudiziarie e di polizia nazionali possono fornire all’istituzione, in particolare nei confronti dei tentativi di paesi terzi di influenzare la democrazia processi.

Alemanno: poiché garantire l’onestà del PE in definitiva non è tra le prerogative del PE né dell’UE, chiediamo aiuto alle autorità giudiziarie nazionali… i nostri salvatori!

Obiettivo 14: Sanzioni
L’elenco delle attività sanzionabili per i Membri dovrà essere rivisto di conseguenza per favorire il rispetto degli obblighi e delle responsabilità elencati nel presente documento.

Alemanno: quali sanzioni per chi viola le vecchie e nuove regole? Non solo sei invisibile ai molti, ma anche largamente inadeguato a creare deterrenza. È ora di rivedere quelli esistenti (vedi sotto per una classificazione) contro i deputati europei (non membri dello staff): reputazionale (es. call to order, warning), cambio di posizione (es. sospensione temporanea relatore), irreversibile (es. rimozione dal posto, finanziaria (es. decadenza indennità giornaliera per eurodeputati)