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L’ameba mangia cervello fa una vittima in Corea del Sud, lo scorso agosto un bambino morto in Usa

La conferma del decesso è arrivata dall'Agenzia coreana per il controllo e la prevenzione delle malattie: l'uomo di circa 50 anni era rientrato da un periodo di 4 mesi in Thailandia

La premessa è che i casi sono rarissimi e non c’è alcuna trasmissione possibile da uomo a uomo, ma la notizia di un decesso in Corea del Sud a causa della ameba mangia cervello (Naegleria fowleri) ha fatto comunque il giro del mondo ed è presente in diversi media asiatici. La conferma del decesso è arrivata dall’Agenzia coreana per il controllo e la prevenzione delle malattie: l’uomo di circa 50 anni era rientrato da un periodo di 4 mesi in Thailandia, dove negli precedenti sono stati segnalati diversi casi. Dopo un giorno di ricovero è avvenuto il decesso dell’uomo e gli esami eseguiti hanno confermato la diagnosi. Si tratta del primo caso mortale in Corea del Sud.

Lo scorso agosto invece l’ameba aveva fatto una vittima negli Usa: un bambino di cui non era stata resa nota età e dati che aveva nuotato in un fiume in Nebraska. L’ameba infatti vive nel suolo e nelle calde acque dolci, come sorgenti termali, laghi e fiumi, in tutto il mondo, entra nel corpo per inalazione attraverso il naso e viaggia verso il cervello. I sintomi iniziali includono mal di testa, febbre, nausea o vomito- Il periodo di incubazione per Naegleria fowleri è solitamente da due a tre giorni e fino a un massimo di 15 giorni. Il consiglio quindi delle autorità sanitarie è di evitare di nuotare o bere in acqua potenzialmente pericolosa per la presenza dell’ameba. I casi sono rarissimi ma il tasso di mortalità è alto. Negli Usa dal 2012 al 2021 sono stati segnalati 31 casi di infezione.