Media & Regime

Greta Thunberg vs Tate: la tragicommedia social di cui non sapevamo di aver bisogno

“Il Covid non è reale”, la depressione nemmeno. Se mangi il tofu “sei un cretino”. Le vittime di abusi sessuali? Devono “assumersi la responsabilità”. Le donne? Farebbero bene a stare a casa e a non guidare perché “appartengono all’uomo”. Forse vi starete chiedendo, dopo questo breve ma intensa carrellata di dichiarazioni più o meno recenti, quale sia il nome dell’imbarazzante soggetto che le ha proferite. Di certo uno con una visione del mondo simile non potrà che essere un povero disadattato, un emarginato da aiutare, direte voi. Ebbene sul disadattato ci siamo, per quanto riguarda l’emarginato non proprio.

Il caso umano in questione è Andrew Tate, ex campione del mondo di kickboxing ora guru e influencer da milioni di followers, protagonista assoluto della saga social di fine anno.

Buttato fuori dall’edizione britannica del Grande Fratello per aver preso a cinghiate una donna, il brillante aforista dopo una pausa di riflessione durata cinque anni, almeno è stato reintegrato su Twitter da Elon Musk come parte del nuovo corso inaugurato dalla sua acquisizione della piattaforma. Per un ritorno in grande stile, Tate ha pensato bene di concedersi una (poco) simpatica trollatina ai danni della fondatrice di Fridays For Future. Molto male perché il bullo – forse inaspettatamente – ha trovato in Greta Thunberg un degno avversario. Al provocatorio tweet che le chiedeva un indirizzo email a cui mandare “una lista completa della sua collezione di auto e le loro rispettive ingenti emissioni”, l’attivista ha risposto con un altrettanto provocatorio cinguettio: “mandamelo a smalldickenergy@getalife.com”.

Non è finita. Dopo milioni di like e retweet, mentre impazza la polemica sul presunto sessismo della battuta sulle dimensioni del pene, gli eventi prendono una piega inaspettata. A poche ore da un video risposta pubblicato da Tate in pieno rosicamento – “perché dovrebbe avere una mail del genere? Non voglio presumere il suo gender, diciamo che è cinquanta e cinquanta” – la webstar misogina finisce in manette.

L’arresto in Romania (anch’esso immortalato e diffuso dalla polizia) è stato eseguito nientemeno che nell’ambito di un’indagine per traffico di esseri umani. Secondo alcune ricostruzioni, poi smentite dal giornale francese Libération che riporta le dichiarazioni del procuratore assegnato al caso, ad aver facilitato il compito degli investigatori sarebbe stata proprio l’attività social. Nella clip indirizzata a Greta, il simpaticone appare vicino a dei cartoni di una nota pizzeria locale mentre invita qualcuno al di fuori dell’inquadratura a gettarli nell’indifferenziata. A cavalcare questa ricostruzione la stessa Thunberg, che ne approfitta per mettere il punto chiosando con un tweet al veleno: “Questo è quello che succede a non riciclare”.

Su chi abbia vinto l’ultimo round e pure il match, non ci sono dubbi. Del resto lo dice pure Wikipedia: la pagina dell’ex fighter era stata temporaneamente modificata per far figurare la diciannovenne svedese fra i suoi sfidanti. Pizza o non pizza, comunque, il protagonismo patologico di Tate non lo ha aiutato. Nei giorni precedenti il furbo si era filmato prima in aeroporto, poi a bordo di un jet privato facilmente identificabile, postando pure la didascalia “Romania”. Insomma, una tragicommedia di fine anno tutta social, per lanciarci in questo 2023 carichi di una rinnovata certezza: alla stupidità, soprattutto nel magico mondo del web, non c’è mai fine.