Ambiente & Veleni

Contenitori riutilizzabili dei clienti nei supermercati: grazie di cuore per la vostra inchiesta!

di Lorenza Zanardi

Vi scrivo dopo aver letto (e divulgato) il vostro articolo ed essermi congratulata con Greenpeace (di cui sono volontaria) per l’inchiesta.

Da tempo seguo l’esempio di Bèa Johnson e cerco di produrre solo i rifiuti inevitabili, ragion per cui la mia spesa è sfusa dove e quando è possibile (nella mia città, Parma, esistono solo due negozi sfusi e solo in centro) e nei supermercati; alla Coop, presso il banco gastronomia, mi hanno negato subito questa possibilità, anche dopo aver chiesto al commesso di parlarne con la direzione; quindi mi son rivolta al Sigma, dove al banco del pesce e della carne hanno assecondato felici la mia richiesta, mentre al banco gastronomia, dopo diversi sì, ho ricevuto un no: ho fatto presente che i colleghi mi avevano sempre servita coi miei contenitori e in risposta mi è stato detto quello che mi dissero alla Coop: se ci vedono, danno la multa a te e a noi perché è contro le regole dell’igiene; i contenitori potrebbero essere contaminati… Nei negozi invece sono sempre stati concilianti: pollivendolo, frutta e verdura, fornaio, cavallaio, pizzaiolo (da asporto); in gelateria chi mi stava servendo alla mia richiesta si è relazionata con la collega, che ha dato il benestare.

Il vostro articolo e l’inchiesta Greenpeace mi hanno permesso di conoscere la legge che avevo tanto cercato in rete senza riuscirci! L’ho stampata e la porto con me per mostrare nero su bianco che non solo possono, ma devono assecondare questa modalità d’acquisto! Ogni volta che andavo a far la spesa era un’incognita che volente o nolente metteva ansia: un’assurdità.

Ciò che mi turba è l’ignoranza degli addetti ai lavori in direzione e la facilità con cui negano a prescindere, tanto per toglierti dai piedi. Chi oggi compra coi propri contenitori (mosche bianche costantemente derise o giudicate fuorilegge, credetemi, dagli altri clienti) dimostra non solo amore per l’ambiente, logica e coraggio (per fregarsene dei giudizi e dei no), ma anche lungimiranza, perché il futuro sarà proprio così: le proposte di legge a livello europeo ne sono la prova.

Bèa Johnson, inconsapevole fondatrice di uno stile di vita diffusosi a livello mondiale, ebbe il coraggio di portarsi i contenitori da casa e rompere gli schemi, invitando tutti a farlo con faccia tosta (pensando alle isole di plastica e al marasma nefasto che questo stile usa e getta ha portato)… se sapesse del vostro articolo, verrebbe a ringraziarvi di certo! Non so veramente come farvi comprendere l’importanza del vostro contributo: è immensa. Grazie di cuore.