Giustizia & Impunità

Corruzione, sentenze pilotate e tentativo di influenzare nomine per il Pnrr: due avvocati ai domiciliari

Il gip sospende anche un magistrato del Tar, un altro avvocato e un commissario ad acta. L'indagine della procura di Roma grazie alle intercettazioni. Uno degli indagati: "Mo' ci danno il traffico di influenze" Le misure eseguite dai carabinieri di Roma

Manovre per interferire su nomine, richieste di sponsorizzazioni e anche il tentativo di influenzare “la nomina ai vertici delle unità di struttura per la realizzazione del Pnrr”. Ci sono anche questi aspetti, emersi grazie alle intercettazioni, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e di corruzione in atti giudiziari che sono stati, a vario titolo, contestati a due avvocati – per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari – e a un magistrato amministrativo, un altro avvocato e un commissario ad acta per cui sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari misure interdittive.

I provvedimenti sono stati eseguiti dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma. Ai domiciliari Federico Tedeschini e Pierfrancesco Sicco, legali che si occupano di diritto amministrativo. Disposta la sospensione dell’esercizio di pubblico ufficio per un anno nei confronti di Gaia Checcucci, commissario ad acta presso la provincia di Imperia per le funzioni di Ente di governo dell’Ambito Territoriale Ottimale Ovest per il servizio idrico integrato. Stessa misura per Maria Silvestro Russo, magistrato del Consiglio di Stato e dallo scorso febbraio presidente della Terza sezione del Tar del Lazio mentre per l’avvocato Gianmaria Covino il gip ha disposto la sospensione dall’esercizio della professione della durata di un anno. Fra le accuse, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo, Checcucci “in accordo con Sicco, che svolgeva funzione di intermediario degli accordi illeciti e riscuoteva parte del prezzo del reato” avrebbe conferito, “in violazione dei doveri di imparzialità della pubblica amministrazione, plurimi incarichi legali e di consulenza allo studio Tedeschini”. L’indagine, secondo la procura di Roma, è “risultato di intercettazioni telefoniche e ambientali nonché analisi documentali sono la provvista probatoria su cui si fonda il provvedimento cautelare emanato nella fase delle indagini preliminari nella quale vige la presunzione di non colpevolezza fino ad accertamento definitivo della responsabilità, il cui contenuto potrà essere vagliato nelle opportune sedi di impugnazione”. Per il giudice per le indagini preliminari, Roberta Conforti, “La reiterazione delle condotte nel tempo, la ‘professionalità’ dimostrata mettendo in campo le proprie conoscenze tecnico-giuridiche piegate al raggiungimento dei loro illeciti obiettivi… sono elementi che consentono di escludere la episodicità del fatto e che inducono a ritenere altamente probabile la reiterazione del reato”.

Tra le contestazioni il tentativo di influenzare “la nomina ai vertici delle unità di struttura per la realizzazione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza)”. L’inchiesta, partita dalle intercettazioni di un’altra indagine, hanno mostrato che incarichi di consulenza per circa 149mila euro erano indirizzati da Sicco e Checcucci allo studio Tedeschini, che a sua volta avrebbe dovuto poi farne arrivare una parte al figlio di Sicco, Leonardo. Secondo gli inquirenti Tedeschini avrebbe utilizzato un avvocato dello Stato per poter avere un appuntamento con Francesca Quadri, capo di gabinetto del ministro per il Sud e la Coesione Territoriale che avrebbe potuto aiutare Checcucci “a essere nominata capo dipartimento della struttura per il Pnrr”. Un episodio che viene ampiamente spiegato da una intercettazione, tra il novembre e il dicembre del 2021, che il giudice richiama nell’ordinanza di custodia cautelare. A parlare è Tedeschini che invita Covino a una cena con l’avvocato dello Stato e Quadri e dice: “Me l’ha chiesto la Checcucci… la Checcucci e Maurizio… è una marchetta… mo’ ci danno il traffico di influenze“. Dopo lo scambio di battute viene fatta la telefonata per la cena.

L’avvocato Tedeschini offre immediatamente il suo aiuto al giudice Russo che si lamenta per non aver ottenuto la presidenza di una sezione del Tar: “Ho capito vabbè guarda ci sentiamo domani mattina … (. . .) … e elaboriamo una strategia di comunicazione.. è quindi un articolo, ma io posso fare qualche cosa di più di quello che si è detto eh? Perché … (. . .) … posso parlare con Minzolini (Non indagato) che proprio un amico mio … (. . .) … e questa è ro … è roba da Minzolini … lo sai che io sono sempre a disposizione). Il giornalista, ex direttore del Tg1 ed ex senatore, nominato perché sponsorizzasse con il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini il giudice deluso. Non andata a buon fine come poi raccontato da Frattini sentito dagli inquirenti a sommarie informazioni. Il magistrato bocciato però accoglie, almeno in un caso, le richieste di Tedeschini al quale accorda una soluzione nel caso relativo alla “Riqualificazione urbanistica e funzionale del nodo Termini e di piazza dei Cinquecento”.

Dalle carte emerge il rapporto tra il magistrato del Tar e Tedeschini che il nell’ordinanza definisce “di reciproco soccorso e di reciproca messa a disposizione delle funzioni rivestite e favori”. Russo “in un momento di delusione e frustrazione per il mancato avanzamento di carriera all’interno della Giustizia Amministrativa, si rivolge e chiede soccorso, non in termini di assistenza legale ma di raccomandazioni e potere di influenza, al noto avvocato – si legge nell’ordinanza – che aveva plurimi contenziosi di interesse pendenti innanzi al Consigli di Stato”. Tedeschini “accoglie senza alcuna esitazione la richiesta di raccomandazione e di intervento, ben consapevole che l’utilità assicurata ad un importante Consigliere di Stato si sarebbe trasformata per lui in un passepartout per i contenziosi di interesse”. Russo chiede appoggio “per le sue aspirazioni di carriera all’intero del Consiglio di Stato e per veicolare, senza esporsi, al Presidente del Consiglio di Stato alcuni retroscena che ritiene illeciti sulle nomine a ruoli apicali del Consiglio di Stato a cui Russo aspirava, affinché il Presidente possa mettere mano alla vicenda e intervenire in favore di Russo”. Russo, come ricostruito dai carabinieri di via In Selci, ha favorito l’avvocato Tedeschini in almeno tre cause al Tar. In un caso il magistrato avrebbe aiutato lo studio legale in un provvedimento che riguardava un suo cliente escluso in un appalto per la riqualificazione di piazza dei Cinquecento. In un’intercettazione dello scorso gennaio nell’ambito dell’inchiesta per corruzione della procura di Roma coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, con le indagini affidate ai carabinieri si sente l’avvocato Federico Tedeschini dire al collega Pierfrancesco Sicco: “No, ma è tutto regolare, pulito. In questa maniera perché vale il principio dell’irrilevanza dei motivi. Tu mi devi andare a dimostrare che io ho fatto questo perché avevamo fatto un ‘pactum sceleris’. E come c… me lo dimostri?“.

AGGIORNAMENTO

Il 23 gennaio 2023 dopo l’interrogatorio di garanzia e con il parere favorevole della procura la misura nei confronti dell’avvocato Covino è stata revocata. “La mia posizione sarà chiarita al più presto”.