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“E’ il partito dei commissari, non mi rappresenta più”. Un altro big lascia la Lega in Lombardia: anche Max Bastoni va con Bossi

Il consigliere regionale, a lungo a Palazzo Marino come compagno di banco di Salvini, aderisce a Comitato Nord: "Autonomia e difesa delle identità regionali devono essere al primo posto, cosa che nel Carroccio di oggi non è possibile". Ma riconferma la fiducia in Fontana

Le fuoriuscite dalla Lega al Pirellone non si fermano. Dopo che nei giorni scorsi i tre consiglieri regionali Roberto Mura, Federico Lena e Antonello Formenti hanno dato vita al nuovo gruppo Comitato Nord, ispirato all’omonimo correntone fondato da Umberto Bossi per rifarsi al Carroccio delle origini, ora è il momento di Max Bastoni: esponente leghista da più di trent’anni, con un passato da assistente parlamentare di Mario Borghezio a Bruxelles e a lungo consigliere comunale di Milano, si unisce anche lui ai tre dissidenti che dopo lo strappo sono stati espulsi da Matteo Salvini. “Ormai non vi sono più le condizioni che mi portarono ad aderire al movimento che mi appassionò alla politica poco più che ventenne”, scrive in una nota Bastoni in polemica col corso imposto da tempo da Salvini. “Ritengo che temi quali l’autonomia e la difesa delle identità regionali siano da porre al primo posto nell’agenda politica, cosa che in Lega in questo momento non vedo possibile. Aggiungo che la mancanza di coinvolgimento della base militante nelle scelte fondamentali ha fatto sì che il partito dei commissari non mi rappresenti più”.

Da sempre tra gli esponenti più a destra della Lega, Bastoni ha nel suo curriculum politico cose come i manifesti elettorali con lo slogan “Bastoni per gli immigrati”. E legami mai rinnegati con l’estrema destra, come dimostra l’apertura nella sede di Lealtà Azione del suo comitato elettorale per le ultime Comunali, quando ha peraltro fallito la riconferma a Palazzo Marino. O i legami col barone nero Roberto Jonghi Lavarini svelati da un’inchiesta di Fanpage.

Il nome di Bastoni circolava da giorni al Pirellone nell’elenco degli scontenti che avrebbero potuto abbandonare il gruppo del Carroccio, elenco che oltre ai tre apripista comprendeva anche i nomi dei consiglieri Andrea Monti, Alex Galizzi, Simona Pedrazzi e Marco Mariani. Bastoni ha di certo messo in conto una possibile espulsione dalla Lega anche per lui, ma almeno per il momento non sembra ammiccare a Letizia Moratti, già appoggiata da altri storici esponenti del Carroccio, come Gianni Fava, ultimo sfidante di Salvini a un congresso, come l’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni, da qualche anno entrato nella formazione di stampo federalista Grande Nord, o come Gianmarco Senna, a lungo amicissimo di Salvini.

Anzi, nella nota in cui ha annunciato il suo salto nel Comitato Nord, Bastoni ha ribadito in modo esplicito il suo “pieno sostegno” ad Attilio Fontana. Così come hanno fatto gli altri tre fuoriusciti, che dopo essere stati dati per giorni in avvicinamento alla Moratti, hanno poi confermato il loro appoggio al governatore uscente: “Non ci sarà alcun tradimento – ha detto Mura -. Abbiamo costituito il gruppo perché questo ci dà la possibilità di presentare una lista. Il nostro obiettivo è stringere un accordo con il centrodestra a sostegno di Fontana”. E Fontana apprezza: “Spero si riesca a ricomporre ogni dissidio tra questi consiglieri della Lega”, ha detto commentando la decisione di Bastoni. Resta da vedere se Salvini, dopo le prime tre espulsioni, accetterà una tale ricomposizione. E consentirà ai dissidenti di far parte dell’alleanza di centrodestra.

Twitter: @gigi_gno

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Nella foto in alto: Salvini e Bastoni in consiglio comunale a Milano in una foto del 2018