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Putin abbandonato da un altro alleato: il premier armeno rifiuta di farsi fotografare al suo fianco

In un video si vede anche il primo ministro Nikol Pashinyan chiudere frettolosamente l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva dicendo: "Chiudo la riunione, grazie mille. Grazie mille!", senza però apporre la propria firma sul documento. A quel punto, Putin lascia cadere la penna sul tavolo innervosito, mentre Lukashenko spalanca le braccia

Si allunga la lista degli alleati più stretti che stanno cercando di allontanarsi da Vladimir Putin. L’ultimo episodio riguarda l’Armenia e si è registrato nel corso dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Otsc) ospitato proprio da Yerevan e al quale hanno partecipato, oltre a Russia e Armenia, anche Bielorussia, Kazakistan (altro Paese che sta prendendo le distanze da Mosca), il Kirghizistan e il Tagikistan. A creare un caso diplomatico è stato il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, che ha fatto di tutto, anche in maniera plateale, per non farsi fotografare accanto al capo del Cremlino. E alla fine non ha neppure firmato la dichiarazione congiunta.

Un atteggiamento che non è piaciuto a Vladimir Putin e al suo alleato di ferro, il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko, anche perché la scena è stata immortalata in un video diffuso da vari media. Nelle immagini si vede Pashinyan chiudere frettolosamente il vertice dicendo: “Chiudo la riunione, grazie mille. Grazie mille!”, senza però apporre la propria firma sul documento. A quel punto, Putin lascia cadere la penna sul tavolo innervosito, mentre Lukashenko spalanca le braccia.

Il punto di scontro è su quello che Yerevan considera un mancato sostegno da parte degli alleati nel corso dell’ultima offensiva dell’Azerbaigian nel contesto del conflitto del Nagorno-Karabakh: “È deprimente che gli alleati del Otsc non siano stati in grado di contenere l’aggressione azera”, ha commentato il primo ministro riferendosi ad alcuni scontri verificatisi a settembre al confine, quando il Paese aveva chiesto l’intervento militare di Mosca.