Calcio

Mondiali, Infantino difende il Qatar: “So cosa significa essere discriminato, bullizzato per i capelli rossi”. E il portavoce Fifa fa coming out

Il presidente della Fifa sulla comunità Lgbtq+ e sui lavoratori morti per costruire gli stadi in Qatar: "Le critiche sono ipocrite. Per quello che hanno fatto gli occidentali in 3000 anni dovrebbero scusarsi per altri tremila. Oggi mi sento arabo, gay e migrante". E sul caso delle sostanze alcoliche vietate negli impianti: "Penso che si possa sopravvivere tre ore al giorno senza bere birra"

Di fronte alle aspre critiche nei confronti del Qatar per le condizioni dei diritti umani, la morte dei lavoratori migranti e il trattamento riservato alle persone Lgbtq, il presidente della Fifa Gianni Infantino prende posizione alla vigilia della prima partita dei Mondiali 2022: “Oggi ho sentimenti forti. Oggi mi sento qatarino, mi sento arabo, mi sento africano, mi sento gay, mi sento disabile, mi sento un lavoratore migrante”. La sua affermazione è stata immediatamente criticata sui social media, con molti che hanno sottolineato che se fosse davvero gay, non sarebbe in grado di dirlo apertamente in Qatar, dove l’omosessualità è illegale secondo la legge islamica della Sharia. In vista della Coppa del Mondo, l’ex nazionale del Qatar Khalid Salman, uno dei numerosi ambasciatori del torneo che inizierà domenica, ha definito l’essere gay “un danno mentale” in un documentario delle emittenti pubbliche tedesche ZDF.

Infantino ha poi detto di sapere “cosa significa essere discriminato”, perché “da bambino sono stato bullizzato perché italiano e con i capelli rossi”, quando viveva in Svizzera con i suoi genitori emigranti dal nostro Paese. Il presidente della Fifa ha accusato i Paesi occidentali di “ipocrisia” e ha contestato le critiche nei confronti del Qatar: “Per quello che noi europei abbiamo fatto in giro per il mondo negli ultimi 3mila anni, dovremmo scusarci per i prossimi 3mila anni prima di iniziare a dare lezioni morali alle persone”, ha detto il capo dell’organo di governo del calcio mondiale.

“Quante di queste aziende europee o occidentali che guadagnano milioni dal Qatar, miliardi, quante di loro hanno affrontato i diritti dei lavoratori migranti con le autorità? Nessuna di loro, perché se cambi la legislazione significa meno profitti. Ma l’abbiamo fatto, e la Fifa genera molto meno di qualsiasi di queste società in Qatar”, ha aggiunto Infantino. Poi è tornato sul caso delle birre vietate negli stadi, con il problema legato allo sponsor della Fifa (Budweiser): “Personalmente penso che si possa sopravvivere tre ore al giorno senza bere birra”. E ha ricordato: “La stessa cosa accade in Francia, Spagna e Scozia”, ha aggiunto.

Nella stessa conferenza stampa, il capo dei media della Fifa, Bryan Swanson, ha fatto coming out: “Ho visto molte critiche nei confronti di Gianni Infantino da quando sono entrato a far parte della Fifa, in particolare dalla comunità Lgbtq – ha spiegato – Sono seduto qui in una posizione privilegiata su un palcoscenico globale come uomo gay qui in Qatar. Abbiamo ricevuto assicurazioni che tutti sono i benvenuti e credo che tutti saranno i benvenuti in questa Coppa del Mondo”. Swanson, che è entrato a far parte della Fifa lo scorso anno dopo quasi due decenni all’emittente di Sky Sports in Gran Bretagna, ha insistito sul fatto che Infantino fosse un fedele alleato per le cause Lgbtq: “Solo perché Gianni Infantino non è gay, non significa che non gli importi. Gli importa. Tu vedi il lato pubblico. Io vedo il lato privato”, ha concluso Swanson.