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“Sul 5g situazione imbarazzante: rispettare il Pnrr sarà complicato”. L’attacco frontale al governo Draghi dal sottosegretario Butti (FdI)

Per quanto riguarda il piano Italia a 1 Giga (il primo dei piani d'intervento pubblico della Strategia per la banda ultralarga) "l'obiettivo dichiarato nel Pnrr dall’ex ministro Vittorio Colao si è dichiarato purtroppo sbagliato", sottolinea Butti in un intervento inviato al Forum delle Telecomunicazioni di Asstel, l'associazione delle imprese di categoria

“La situazione che ereditiamo è molto più critica rispetto a quanto formalmente emerso. Rispettare gli obiettivi del Pnrr per le telecomunicazioni sarà complicato e molto impegnativo“. Nonostante le corrispondenze d’amorosi sensi tra Mario Draghi e Giorgia Meloni, il primo attacco frontale dal vecchio al nuovo esecutivo arriva da un esponente di Fratelli d’Italia, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti. Per quanto riguarda il piano Italia a 1 Giga (il primo dei piani d’intervento pubblico della Strategia per la banda ultralarga) “l’obiettivo dichiarato nel Pnrr dall’ex ministro Vittorio Colao si è dichiarato purtroppo sbagliato”, sottolinea Butti in un intervento inviato al Forum delle Telecomunicazioni di Asstel, l’associazione delle imprese di categoria di Confindustria. Anche rispetto al piano Italia 5G, “il precedente governo ci lascia una situazione a dir poco imbarazzante“, affonda il sottosegretario, e “il piano Bul non è in condizioni migliori”, con i suoi “ritardi macroscopici”.

“La Commissione europea ha già manifestato preoccupazioni al governo uscente, che ha dichiarato di non poter raggiungere gli obiettivi precedentemente indicati”, ricostruisce Butti. È “sbagliato”, dice, l’obiettivo dell’ex ministro Colao “di coprire con reti a 1 Giga ulteriori 8,5 milioni di unità residenziali, di cui 450mila di case sparse”; “nel progress report inviato alla Commissione europea ad ottobre scorso, quindi appena un mese fa, l’Italia ha comunicato che, a fronte di una dettagliata mappatura, le aree che al 2026 risultano essere a fallimento di mercato (e quindi destinatarie dell’intervento pubblico) interessano solo 6,87 milioni circa di unità residenziali (1,63 milioni circa in meno dell’obiettivo del Pnrr). Ma quello che mi preoccupa di più”, evidenzia, sono i ritardi che sicuramente avremo anche nella tempistica di realizzazione della rete nelle cosiddette aree grigie“, quelle su cui investe non più di un operatore, “su cui rischia di aprire un ampio fronte di inadempienze”.

Ancora, “sul piano Italia 5G l’esecutivo uscente aveva già dichiarato alla Commissione che l’Italia, anche in questo caso, non raggiungerà gli obiettivi previsti dal piano”, riferisce l’esponente di FdI. “Per quanto attiene alla sola parte di copertura, l’obiettivo dichiarato nel Pnrr è quello di coprire con la rete 5G almeno 15.000 kmq di aree a fallimento di mercato. Nell’ultimo report inviato alla Commissione Europea, il governo uscente ha affermato che le aree a fallimento di mercato nel 2026 saranno pari a 440 kmq e non più 15.000 kmq come previsto dal target”, spiega. Infine, quanto al “piano Bul”, per l’attivazione della banda ultra larga, “appare francamente poco credibile che Open Fiber sia in grado di realizzare i lavori nelle aree grigie nei tempi previsti dal Pnrr, se non è stata in grado neanche di fare quelli nelle aree bianche (quelle in cui non investe nessun operatore, ndr), accumulando così enormi ritardi, ritardi che sono addirittura cresciuti nell’ultimo anno”.