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Florida, valanga di voti per Ron DeSantis: il governatore repubblicano punta a sfidare Donald Trump alle primarie per il 2024

Personaggio controverso e carismatico, noto per le sue posizioni radicali su aborto e immigrazione, ha conquistato quasi il 60% dei voti ed è stato riconfermato alla guida dello Stato. Nei giorni scorsi è stato pubblicamente offeso dal tycoon, che lo considera l’unico degno rivale in un’eventuale sfida alle primarie

Pro-armi, pro-life, a favore della cannabis a scopo terapeutico ma non ricreativo. Non è negazionista rispetto al cambiamento climatico, ma nemmeno sostenitore dell’urgenza di un cambio di passo. Contrario ai passaporti vaccinali e al sostegno pubblico delle spese sanitarie per chi non se lo può permettere. Quello di Ron DeSantis, 44 anni, riconfermato governatore della Florida quasi col 60% dei voti, è il profilo di un personaggio carismatico e controverso candidato a sfidare Donald Trump alle prossime primarie repubblicane per la corsa alla Casa Bianca. Non è un caso infatti che l’ex presidente degli Stati Uniti, nella notte del Midterm, abbia esaltato la vittoria dei “suoi” candidati, dimenticandosi proprio di DeSantis, che nei giorni scorsi aveva anche insultato, definendolo ‘De Sanctimonius’, il bigotto. L’ennesimo soprannome offensivo per un suo nemico dopo i famosi ‘Crooked Hillary’, ‘Sleepy Joe, ‘Crazy Nancy Pelosi’, segno che il tycoon tema il governatore e lo consideri l’unico degno rivale in un’eventuale sfida alle primarie. “Marco Rubio è stato fantastico, Katie Britt grandissima e anche Herschel” Walker è in vantaggio, ha detto Trump dal suo resort a Mar-a-Lago, in Florida, dove si sta svolgendo un party elettorale, scordando di citare il governatore rieletto.

Verso le presidenziali del 2024 – Con la rinconquista della Florida, ora l’attenzione è tutta sulla corsa alla Casa Bianca. La rotta di collisione con l’ex presidente Donald Trump sarebbe inevitabile: DeSantis non ha mai smentito una sua possibile candidatura per i repubblicani, mentre il tycoon, residente in Florida, potrebbe annunciare la sua corsa subito dopo le elezioni. “Potrei doverlo fare di nuovo”, “ci riprenderemo la magnifica Casa Bianca“, ha commentato più volte durante diversi comizi elettorali a sostegno di candidati repubblicani.

Nei giorni prima scorsi le tensioni tra i due personaggi di spicco del Gop si sono intensificate. Durante un comizio in Pennsylvania Trump ha chiamato il governatore della Florida ‘Ron Desanctimonious’, bigotto, uno dei colpi più diretti contro il suo giovane rivale, mentre un megaschermo dietro il tycoon 76enne mostrava risultati di sondaggi secondo i quali l’ex presidente avrebbe un cospicuo vantaggio su ogni altro sfidante per le elezioni del 2024. Nel corso di un evento elettorale domenica sera a Miami a sostegno del senatore Marco Rubio, al quale DeSantis non ê stato invitato, il tycoon non ha però criticato apertamente il governatore. “Rieleggerete il meraviglioso amico mio Marco Rubio al Senato degli Stati Uniti e Ron DeSantis come vostro governatore”, ha detto rivolgendosi ai numerosi sostenitori del Gop. Qualche giorno prima, Trump aveva postato sulla sua piattaforma social Truth un video in cui l’ex giornalista di Fox News Megyn Kelly spiegava che DeSantis non avrebbe potuto sconfiggere Trump in un dibattito e che i sostenitori Maga (Make America Great Again) non avrebbero mai preferito l’attuale governatore della Florida all’ex presidente. Nello stesso giorno del rally di Trump a Miami, DeSantis ha presieduto tre eventi di campagna elettorale sulla costa opposta della Florida. Non ha citato Trump, e ha evidenziato i suoi successi nella lotta al Covid-19 e la sua battaglia contro le politiche del presidente Biden e contro la Disney riguardo la legge definita dai critici ‘Don’t say gay bill’ (provvedimento approvato in Florida che vieta l’istruzione sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere dalla scuola materna fino alla terza elementare).

Il profilo di DeSantis e la Florida stato chiave – Nelle elezioni del 2018, DeSantis aveva chiesto il supporto di Trump e aveva vinto di circa 30mila voti. Ora l’influenza del governatore della Florida è molto cresciuta e anche senza l’appoggio del tycoon DeSantis ha riconfermato il mandato con un margine di vantaggio molto più elevato. È noto per le sue posizioni estreme, specialmente in materia di immigrazione e sull’aborto, con una legge che lo vieta dopo le 15 settimane che gli ha fatto conquistare l’appoggio dei pro-life.

La Florida è uno Stato chiave nelle elezioni di Midterm. Storicamente uno swing State, o Stato in bilico, le preferenze degli elettori stanno ricadendo sempre più sul partito repubblicano, anche a seguito di cambiamenti dello strato sociale della popolazione dovuti alla pandemia. Per la prima volta nella storia della Florida, i repubblicani hanno superato i democratici per numero di elettori registrati. DeSantis e il partito repubblicano stanno conquistando anche l’elettorato ispanico, tanto influente in Florida e solitamente più legato al partito democratico. DeSantis aveva perso di 10 punti percentuali tra gli elettori ispanici negli exit poll del 2018, quando fu eletto governatore, ma la riconferma al midterm significa che ha conquistato le preferenze dei latini. Persino nella contea di Miami-Dade, solitamente dominata dai democratici, i sostenitori del Gop sono accorsi alle urne per l’early-voting in numero più elevato: circa 33mila repubblicani in più dei democratici avevano già votato di persona a due giorni dalle elezioni e circa il 30.5% degli elettori della contea aveva già espresso il proprio voto, di persona o via posta.