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Roma, la procura apre un fascicolo per il “blitz” contro il quadro di Van Gogh: le attiviste rischiano da due a cinque anni

L'ipotesi di reato è quello di "deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici". Si tratta di una fattispecie a tutela del patrimonio culturale. "Ultima Generazione" risponde: "Non ci interessa"

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione al blitz del movimento ecologista “Ultima generazione” di venerdì scorso contro il quadro di Van Gogh “Il seminatore” in mostra a Palazzo Bonaparte. Il gruppo di attiviste ha lanciato una zuppa di verdure contro l’opera realizzata nel giugno del 1888. “Si tratta di un grido disperato e scientificamente fondato che non può intendersi come semplice vandalismo, ma della manifestazione di un amore viscerale per la vita e per l’arte. Chiediamo solo un intervento serio e tempestivo dei governi: le azioni dirette non violente continueranno finché i cittadini non avranno risposta dal proprio governo sulle istanze di stop al gas e al carbone e di investimento in almeno 20 GW di rinnovabili” avevano spiegato le attiviste.

Nel fascicolo avviato a Piazzale Clodio, dopo che è arrivata un’informativa dei carabinieri, si procede nei confronti delle giovani che hanno rivendicato il gesto. L’ipotesi di reato è quello per “deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”. Si tratta di una fattispecie a tutela del patrimonio culturale, prevista dal codice penale. Le attiviste rischiano da due a cinque anni.

Non si è fatta attendere la risposta di “Ultima generazione”: “L’indagine? Non ci interessa e andiamo avanti perché vogliamo evidenziare le responsabilità dei veri criminali. Il governo comincia a combatterci perché sa di essere criminale e nasconde la testa sotto la sabbia. Lo Stato italiano è sesto investitore di soldi pubblici in combustibili fossili oltre l’Arabia Saudita e la Russia. Non è un caso che Guterres infatti abbia appena detto che ‘l’umanità deve fare una scelta: collaborare o morire. Queste sono le parole di Guterres, contro un governo criminale” ha detto Michele, attivista che collabora con il movimento ecologista.