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Lorenzo Musetti è l’uomo del momento del tennis italiano: in Coppa Davis dev’essere il punto di riferimento

Il quarto di finale a Parigi, nonostante la brutta sconfitta con Djokovic, conferma la crescita fisica, tecnica e mentale del 20enne carrarino, che ormai sta riducendo la distanza da Berrettini e Sinner, alle prese con i loro infortuni. A Malaga sarà lui l'uomo di punta degli azzurri

Si è concluso ai quarti di finale il torneo di Lorenzo Musetti a Parigi-Bercy, ultimo Masters 1000 della stagione. Il 20enne carrarino ha ceduto nettamente contro Novak Djokovic per 6-0 6-3 al termine di una partita mai davvero in discussione. Per il toscano era l’ultimo torneo in programma in questo 2022 (escludendo la Coppa Davis a fine mese).

Quella contro Nole è stata un’altra lezione dura quanto preziosa per Musetti. Uno di quei momenti da mettere da parte per il futuro. L’ennesimo passaggio inevitabile per affinare ulteriormente il talento e la tenuta mentale. Perché è proprio quest’ultimo aspetto ad essere mancato all’azzurro. In particolare nel primo set. Il 6-0 a favore di Djokovic si spiega con le aspettative che si erano riversate sul carrarino, soprattutto dopo la splendida vittoria contro il norvergese Casper Ruud. Il suo primo successo contro un top 5. La sua prima volta ai quarti di finale di un Masters 1000 non sulla terra battuta. La tensione si è solo allentata un po’ a inizio secondo parziale, dando la possibilità di vedere qualche sprazzo di classe e un servizio strappato al serbo. Un flebile fuoco di paglia prima che Nole riprendesse in mano le redini della sfida.

Una sconfitta contro Novak Djokovic ci può sempre stare. Si sta parlando di uno dei giocatori più forti della storia. Eppure l’amarezza si è manifestata nel post-partita. E nemmeno troppo velatamente. Un altro buon segnale. Si, perché evidenzia ancora una volta il cambio mentale che sta portando avanti il giovane azzurro. Il desiderio di dare sempre una concretezza a quel talento che si sente dentro. Di non accontentarsi mai. Anche se dall’altra parte c’è uno come Nole. Non è presunzione ma consapevolezza (con un pizzico di sfrontatezza): “Questa sconfitta un po’ brutta – ha dichiarato Musetti – mi dà fastidio perché non me la meritavo per il percorso che stavo facendo”.

Nell’ultimo mese Lorenzo Musetti è stato l’uomo del momento del tennis italiano. Se la vittoria nel 500 di Amburgo a luglio era il click che serviva, ottobre è stato il mese per acquisire continuità di rendimento. Soprattutto sulle superfici rapide. Una crescita esponenziale sotto il profilo fisico, tecnico e mentale che si è tradotta in una semifinale a Firenze (eliminato solo da Felix Auger-Aliassime, il giocatore più in forma del circuito), il secondo titolo della carriera nel 250 di Napoli contro Berrettini e l’ingresso nella top 25 della classifica. Una parabola che è culminata con il quarto di finale a Parigi e la vittoria contro il numero 4 del mondo Ruud. Insomma, la distanza da Sinner e Berrettini si sta inesorabilmente riducendo. In classifica come in maturità.

Risultati che ora possono suscitare alcuni dubbi anche nelle scelte del capitano di Davis Filippo Volandri. Non è facile in questo momento rinunciare a Musetti in singolare, vista anche la condizione di forma e le incertezze che ruotano attorno a Jannik Sinner e Matteo Berrettini. Il primo è alle prese con un problema alla mano sinistra, il secondo invece accusa ancora quel problema al piede che lo ha costretto a rinunciare a Parigi-Bercy. Infortuni che hanno impedito ai due di concorrere per un posto alle prossime Atp Finals di Torino. Appena tre giorni fa Sinner ha dichiarato che sarà presente a Malaga “solo se starà bene”. Insomma oggi pare essere proprio Musetti il principale riferimento dell’Italia per la prossima edizione di Coppa Davis. L’uomo di punta per sperare di fare strada in una competizione che attende un trionfo italiano da 46 anni. Un cammino che partirà contro gli Stati Uniti di Taylor Fritz e Francis Tiafoe giovedì 24 novembre.

La situazione nel ranking rispecchia la crescita. La nobilita ulteriormente. Con i quarti a Bercy Musetti è al numero 23 del mondo. La top 20 ormai è lì a un passo. Esattamente centoventicinque punti. Un’ascesa che rappresenta anche un grande trampolino di lancio in vista del 2023. Per cominciare Musetti sarà certamente una delle teste di serie agli Australian Open, primo Slam della stagione. E chissà che l’Australia non possa diventare anche il primo passo per fare un pensierino alle Atp Finals di Torino 2023.