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Steelrising: un’ambientazione esplosiva, ma il gameplay è da rivedere

Maria Antonietta è nelle sue stanze insieme a Gabrielle de Paulignac, visibilmente preoccupata dallo stato di salute di suo marito Re Luigi XVI. Il re di Francia è riuscito a scovare un geniale inventore e a farsi mettere in piedi un vero e proprio esercito di marionette con il quale ha strangolato sul nascere ogni genere di rivolta, evitando così la Rivoluzione Francese. Tra le marionette create c’è Aegis, la protagonista che il giocatore controllerà e con la quale, su ordine della stessa Maria Antonietta, sarà mandata a cercare proprio l’inventore che ha messo inizio a tutto in modo da fermare la follia del re.

Su queste premesse inizia Steelrising, il tentativo di Spider di entrare nel mercato dei Soulslike, con un prodotto un po’ più simile a Bloodborne in realtà che a Dark Souls. Proprio in base a ciò Steelrising si porta dietro molti dei difetti dei colleghi, ampliati dal fatto di non aver voluto fare quel “all-in” su Bloodborne, ma cercare di proporre una sorta di fusione tra i due titoli senza riuscirci in pieno. Nonostante infatti vengano proposte al giocatore ben 4 classi di partenza con diverse caratteristiche (Soldato, Guardia del Corpo, Ballerina e Alchimista) dando l’illusione al giocatore di poter scegliere davvero un diverso stile di gioco per affrontare l’avventura, si verrà catapultati in un gameplay nel quale schivare sarà quasi sempre l’unica soluzione possibile.

Non funzionano male neanche i contrattacchi (i parry) a dirla tutta, ma la presenza di una vera e propria classe tank faceva sperare in qualcosa di più performante, purtroppo però, come molto spesso capita anche nei vari capitoli di Dark Souls, un colpo rischia di dimezzare la vità di Aegis e scaraventarla a terra nonostante una buona parata.

Steelrising – La meccanica dell’immobilità e il danno elementale
Ogni titolo del genere ha bisogno di qualcosa che lo differenzi dagli altri: delle armi strane, magie particolari o una meccanica caratteristica per non essere bollato come un generico Bloodborne ambientato in una Francia steam punk. Steelrising prova a distinguersi inserendo due meccaniche: l’immobilità e un particolare uso degli elementi. Gli elementi non sono certo una novità per il genere, ma qui trovano uno spazio un po’ più accentuato rispetto ai colleghi con armi elementali che stordiscono grazie all’elettricità, congelano con il ghiaccio e fanno danni nel tempo con il fuoco, a seconda anche delle debolezze elementali del nemico che il giocatore dovrà scoprire andando a tentativi. Per questo motivo armi a distanza con potenziamenti elementali e bombe di vario tipo saranno utili già dalle prime fasi di gioco, forse addirittura fin troppo visto che si potranno battere alcuni boss anche solo con quelle.

Per quanto riguarda l’immobilità, più si colpisce un nemico più si aumenterà un contatore interno che sarà visibile a schermo tramite un rombo bianco che si riempirà con l’aumentare dei colpi inferti. Quando il rombo sarà completamente bianco la marionetta nemica si bloccherà a terra permettendo ad Aegis di sferrare un potente colpo critico. Una buona meccanica, ma che rende ancora una volta una build agilità l’unica davvero utile a finire il titolo alle difficoltà più alte. La difficoltà di Steelrising è infatti scalabile grazie a un vero e proprio menù dei cheat interno al gioco, cosa che permette ai neofiti del genere di godersi la trama senza troppa frustrazione.

Ambientazione esplosiva, AI e stamina da rivedere
La Parigi settecentesca immaginata da Spiders è davvero bella da vedere
, con giochi di luce convincenti e che permette alle marionette con tutto il corredo steam punk che le circonda d’incantrarsi davvero bene nel contesto. Un world building con anche della verticalità che regala degli scorci abbastanza suggestivi, ma che ogni tanto cade nell’incertezza dei soliti muri invisibili che non permettono di “fregare” il gioco al di là dell’ingegno del giocatore, cosa che in qualche modo invece titoli come Elden Ring permettono di fare.

Con l’avanzare del gioco e l’implementazione di tecniche da usare sia in combattimento che in maniera ambientale, Steelrising restituisce comunque un piacevole sistema di scorciatoie, passaggi segreti e conseguente backtracking di livello, ma questo non toglie che, vista l’ampiezza non indifferente delle varie mappe, sarebbe stato gradito un sistema di viaggio rapido almeno tra i falò, qui sostituiti da statue meccaniche chiamate Vestali.

Come anticipato le marionette nemiche s’incastrano bene nel contesto, ma possiedono un’intelligenza artificiale davvero da rivedere: non è raro essere inseguiti per un certo periodo e poi vederle spaesate mentre cercano un bersaglio con il giocatore che può tranquillamente colpirle da una piccola galleria senza che loro sappiano bene come reagire. Di contro a questa evidente facilitazione, Aegis dovrà vedersela con un sistema di gestione della stamina davvero troppo punitivo, stamina che si esaurirà in pochi colpi lasciandola in balia dei potenti attacchi avversari.

Queste ultime criticità, insieme a una gestione del lock sui bersagli incerta e all’hitbox degli attacchi nemici difficilmente decifrabile (a tratti ingiusto) rendono Steelrising un titolo che sicuramente non riesce a spiccare rispetto a titoli del suo genere decisamente più apprezzabili, soprattutto considerando anche il mondo 2d, ma il fascino dell’ambientazione lo rende comunque un discreto gioco con il quale mettersi alla prova durante la quarantina di ore circa occorrenti per concluderlo.