Cronaca

Arrestato il cappellano del carcere di Enna per droga a un detenuto, trovate armi e soldi in casa

In seguito all'operazione delle forze dell'ordine è stata disposta una perquisizione a casa del sacerdote e sono state trovate nell'appartamento armi e denaro in contanti. Rosario Buccheri, questo il nome del prete, lavora nella diocesi di Piazza Armerina

Arrestato mentre cedeva hashish a un detenuto. Si tratta del cappellano del carcere di Enna, in Sicilia. In seguito all’arresto è stata disposta una perquisizione a casa del sacerdote e sono state trovate nell’appartamento armi e denaro in contanti. Rosario Buccheri, questo il nome del prete, lavora nella diocesi di Piazza Armerina. L’operazione della polizia penitenziaria si inserisce nell’ambito di indagini già in corso nel carcere, dove erano state trovate sostanze stupefacenti durante i controlli ai detenuti. Le forze dell’ordine di Enna hanno cooperato con il nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria e le indagini sono ancora in corso.

Buccheri, 59 anni, è un francescano, appartenente all’ordine dei frati minori conventuali, dopo avere dato un panetto di hashish ad un detenuto, anche lui arrestato. Il prete è un ex carabiniere. Era stato ordinato nel 2002 dal cardinale di Palermo, Salvatore De Giorgi ed ha vissuto da francescano nei conventi di Termini Imprese, prima, e di Alcamo dopo. Era stato il vescovo Rosario Gisana ad incaricarlo come cappellano del carcere di Enna all’inizio di quest’anno. In una nota, il vescovo Gisana, esprime il suo “rammarico e dolore per la triste vicenda he vede coinvolto un uomo di chiesa“, confidando, conclude la nota, diffusa dalla diocesi, nell’operato della giustizia perché presto si possa fare chiarezza. Al frate, nella sua stanza nel convento francescano di Enna dove viveva da circa un anno, sono stati trovati e sequestrati un fucile a canne mozze con matricola abrasa, una pistola tantissime munizioni, insieme ad un teaser ed un passamontagna oltre che a 35mila euro in contanti. Non ê il primo scandalo che sconvolge la diocesi di Piazza Armerina, fortemente provata per il caso del sacerdote Rugolo, a processo per violenza sessuale aggravata. Nel maggio scorso un altro sacerdote di Gela, Giovanni Tandurella era finito ai domiciliari con l’accusa di corruzione e riciclaggio.