Ambiente & Veleni

Ragusa, asini e cavalli sopravvissuti a un incendio rischiano il macello. L’appello degli animalisti al presidente della Sicilia Schifani

Un anno fa sono scampati a un violento rogo che distrusse un’area naturale e uccise molti animali, ora rischiano di essere svenduti all’asta e di essere destinati alla produzione di alimenti

Potrebbero finire al macello i sei asini e i 19 cavalli tenuti allo stato semi-brado all’interno dell’azienda pilota regionale per l’allevamento dell’asino ragusano a Calaforno, Ragusa. Un anno fa sono sopravvissuti a un violento incendio che distrusse un’area naturale e uccise molti animali, ora rischiano di essere svenduti all’asta. A lanciare l’allarme e a chiedere l’intervento urgente del neo presidente della Regione Sicilia Renato Schifani è l’associazione animalista Lega anti vivisezione (Lav). “Il dipartimento Sviluppo rurale e territoriale della Regione siciliana – spiega la Lav – ne ha deciso l’alienazione, così come definito nel Programma degli interventi 2022, sia per ragioni economiche che per un diverso interesse verso il progetto di conservazione dell’asino ragusano”.

“Nella migliore delle ipotesi – prosegue l’associazione – i sopravvissuti all’incendio rischiano di essere svenduti e allontanati da relazioni affettive nei vari gruppi di specie, che verranno separati per finire presumibilmente in contesti ben diversi rispetto a quello attuale. Nella peggiore delle ipotesi la loro fine potrebbe essere il macello, in quanto registrati come Dpa, ovvero ‘destinati alla produzione di alimenti‘. Sappiamo per esperienza diretta come a queste aste partecipino soprattutto commercianti e allevatori della filiera alimentare, interessati all’acquisto di animali per la macellazione“.

La responsabile area equidi Lav, Nadia Zurlo, si è rivolta direttamente a Schifani: “Presidente chiediamo il suo urgente intervento per annullare l’asta pubblica, ridefinire il piano di interventi del parco, stanziare i fondi necessari per il mantenimento in vita di questi animali e in ultimo adottare una moratoria delle nascite attraverso mezzi naturali, come la separazione dei maschi dalle femmine, o attraverso la sterilizzazione dei maschi”.