Giustizia & Impunità

Consip, Matteo Renzi dà buca ai pm: slitta la testimonianza nel processo a carico del padre

“Oggi era prevista la testimonianza di Matteo Renzi, ma ci ha comunicato che sarebbe stato assente perché era indisponibile. Lo ascolteremo in una delle prossime udienze", ha detto il pubblico ministero Mario Palazzi all'apertura dell'udienza di fronte all'ottava sezione penale del Tribunale di Roma. Suo padre Tiziano è imputato di traffico di influenze illecite rispetto all'aggiudicazione dell'appalto FM4, mentre è stato prosciolto dall'accusa di turbativa d'asta

Slitta l’audizione di Matteo Renzi al processo Consip, in cui sono imputati – tra gli altri – suo padre Tiziano, l’imprenditore Alfredo Romeo, l’ex parlamentare Italo Bocchino, il manager Carlo Russo, l’ex ministro Luca Lotti e l’ex generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia. “Oggi era prevista la testimonianza di Matteo Renzi, ma ci ha comunicato che sarebbe stato assente perché era indisponibile. Lo ascolteremo in una delle prossime udienze”, ha detto il pubblico ministero Mario Palazzi all’apertura dell’udienza di fronte all’ottava sezione penale del Tribunale di Roma.

Renzi senior è imputato di traffico di influenze illecite rispetto all’aggiudicazione dell’appalto FM4 indetto da Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana (mentre è stato prosciolto in udienza preliminare dalla contestazione di turbativa d’asta). Le accuse riguardano le presunte attività svolte, dal 2014 al 2016, a sostegno di Russo per indurre l’allora amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, a intervenire sulla commissione aggiudicatrice della gara per facilitare l’impresa di Romeo.

In aula ha invece testimoniato Ettore Rosato, coordinatore di Italia viva (il partito di Renzi) e all’epoca capogruppo alla Camera del Pd. Ha riferito di aver incontrato “due o tre volte” Marroni “nella sua funzione di ad di Consip, a ottobre e novembre 2016. Nel primo incontro venne a presentare i risultati e le strategie dell’azienda da lui diretta, mentre nel secondo venne a interessarmi di un problema che si era creato per il tetto ai compensi dei manager pubblici di cui anche lui faceva parte. Gli dissi che era un provvedimento di iniziativa governativa, invitandolo di fatto a parlare con il governo, ma lui mi disse di non avere entrature sufficienti e di avere un rapporto non facile con Lotti”, ha affermato.