Elezioni politiche 2022

Lombardia, FdI surclassa gli alleati a casa loro: doppiata la Lega, triplicata Forza Italia. Primi anche nelle roccaforti del Carroccio

A Varese, da dove arrivano i vari Umberto Bossi, Roberto Maroni e Attilio Fontana, al Senato la partita tutta interna al centrodestra finisce con un 29,29% al partito della Meloni e un 15,25% alla Lega. Situazione che si ripropone a Ponte di Legno, dove si teneva il suo comizio di Ferragosto di Umberto Bossi, a Gemonio, dove vive il Senatur, a Cassano Magnago, dove invece è nato, e anche a Pontida, paesino in provincia di Bergamo dove la Lega organizza ogni anno il tradizionale raduno dei suoi militanti

Il successo di Giorgia Meloni passa anche per la Lombardia, dove Fratelli d’Italia guida il centrodestra oltre la soglia del 50%, portando la coalizione a raggiungere il 50,40% al Senato, mentre nelle quattro circoscrizioni della Camera le percentuali vanno dal 43,31% della circoscrizione Lombardia 1 (quella di Milano) al 56,39% della circoscrizione Lombardia 3, che comprende Bergamo e Brescia. Numeri che per quanto riguarda i rapporti di forza interni comportano un vero e proprio ribaltone, con Fratelli d’Italia che doppia la Lega: prendendo come riferimento il Senato, il partito della Meloni incassa il 27,59% dei voti, la Lega si ferma al 13,86%, Forza Italia al 7,93%, Noi Moderati supera di pochissimo l’1%. Un risultato sorprendente nella regione dove sono nati sia Carroccio che Forza Italia. E ancor di più se si pensa che alle ultime politiche del 2018, quando per il Senato non votavano ancora i giovani tra i 18 e i 25 anni, la Lega aveva incassato il 28,05% dei consensi, Forza Italia il 14,07%, mentre FdI un misero 4,15%.

Ribaltone nel centrodestra – FdI sorpassa il Carroccio anche nelle province dove il partito di Matteo Salvini è storicamente più radicato, come in quella di Varese da dove arrivano i vari Umberto Bossi, Roberto Maroni e Attilio Fontana: qui al Senato la partita tutta interna al centrodestra finisce con un 29,29% al partito della Meloni e un 15,25% alla Lega. E la situazione non cambia nemmeno nei luoghi simbolo della Lega. A Ponte di Legno, dove tra le montagne del Bresciano Bossi ha passato per anni le vacanze facendo diventare una tradizione il suo comizio di Ferragosto, Fratelli d’Italia è arrivato al 44,32% alla Camera e al 45,05% al Senato, ben sopra una Lega ferma rispettivamente al 17,41% e 17,01% (nel 2018 era sopra il 40%). A Gemonio in provincia di Varese, dove vive Bossi, FdI supera il 29%, quasi il doppio della Lega che arriva poco sopra il 15%. Risultato simile a Cassano Magnago, dove il Senatur è nato: Meloni sopra il 30%, Salvini intorno al 16%. FdI va oltre il 30% anche a Pontida, paesino in provincia di Bergamo dove la Lega organizza ogni anno il tradizionale raduno dei suoi militanti e dove a questo giro elettorale si ferma al 23%. Fa eccezione Cazzano Brabbia, paese di Giancarlo Giorgetti in provincia di Varese, dove alla Camera il Carroccio è il primo partito con il 22,25%, sopra il 22,02% di FdI.

Il Pd si salva solo a Milano – Come nel resto del Paese, il centrosinistra non brilla nemmeno in Lombardia, dove nel voto per il Senato incassa il 27,14% (nel 2018 prese il 25,26% ma senza Leu, che incassò il 2,82%). In particolare il Pd si ferma al 19,21% (era il 21,24% nel 2018), Alleanza Verdi e Sinistra ottiene il 3,82%, +Europa il 3,75% e Impegno Civico di Luigi Di Maio lo 0,36%. I democratici resistono a Milano città, dove si confermano primo partito: nei tre collegi alla Camera della città il Pd ottiene circa il 25% delle preferenze, erose rispetto al 33,9% delle Comunali di un anno fa, ma sufficienti ad avere la meglio su Fdi che oscilla intorno al 20%. Da registrare anche qui la débâcle della Lega, intorno al 7%.

È proprio a Milano che il centrosinistra riesce ad aggiudicarsi gli unici tre collegi uninominali vinti in Lombardia. Col 39,08% il responsabile economico del Pd Antonio Misiani conquista un seggio al Senato nel collegio Milano Buenos Aires, che rappresenta il centro allargato, a scapito della leghista Maria Cristina Cantù (33,29%) e del renziano Ivan Scalfarotto (16,34%). Per quanto riguarda la Camera, il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova vince il suo collegio con il 37,85% superando l’ex ministro Giulio Tremonti candidato di Fdi (30,37%) e la vicepresidente di Azione Giulia Pastorella (23,05%), mentre Bruno Tabacci, in lista con Impegno Civico, viene eletto con il 38,44%, più del parlamentare di Forza Italia Andrea Mandelli (35,38%) e di Filippo Campiotti di Azione-Italia Viva (11,47%).

Se si considera tutta la provincia di Milano, però, Fdi torna a essere il primo partito. E anche le sfide più simboliche della Lombardia sono appannaggio del centrodestra. A Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia sempre più ex, il democratico Emanuele Fiano, figlio di Nedo, sopravvissuto ad Auschwitz, si ferma al 30,8%, ben sotto il 45,4% di Isabella Rauti, figlia dell’ex segretario del Msi Pino. A Cremona e Mantova la coordinatrice regionale di Fdi Daniela Santanché surclassa col 52,17% l’economista Carlo Cottarelli, una delle punte di diamante schierate da Enrico Letta, fermo però al 27,3%. Tra i big, Silvio Berlusconi torna al Senato grazie al 50,26% ottenuto nel collegio uninominale di Monza.

Renzi-Calenda in doppia cifra e sopra il M5S – In Lombardia riesce ad andare in doppia cifra l’alleanza tra Azione e Italia Viva, che nel voto per il Senato ottiene il 10,15%, con un exploit a Milano dove in centro, come detto, supera il 23%. In Lombardia la coppia Calenda-Renzi è sopra il M5S che in questi territori non ha mai brillato e men che meno lo fa questa volta: col 7,32% il movimento guidato da Giuseppe Conte si ferma a un terzo del 21,36% di cinque anni fa.

@gigi_gno