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Lo chef Yuri Zaupa querelato dall’ex titolare: “Sfruttatore io? Ma se ho le buste paga che certificano gli stipendi”

Yuri Zaupa, 23 anni, è lo chef vicentino che in un lungo post su Facebook ha rivelato di aver lavorato per nove mesi in un ristorante di Cornedo Vicentino venti ore al giorno percependo uno stipendio di 200 euro. Una “storia shock” alla quale ha replicato pochi giorni fa il datore di lavoro, annunciando anche querela per diffamazione

Da mesi ormai nel mondo della ristorazione italiana tiene banco il dibattito innescato dalle parole di Alessandro Borghese, che in un’intervista al Corriere della sera aveva denunciato la mancanza di devozione al mestiere e di spirito di sacrificio dei giovani. “Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati”, disse lo chef provocando un acceso confronto con altri suoi colleghi blasonati ma anche la reazione di molti giovani cuochi che avevano raccontato le loro storie, denunciando spesso situazioni al limite. Tra questi c’è anche Yuri Zaupa, 23 anni, lo chef vicentino che in un lungo post su Facebook ha rivelato di aver lavorato per nove mesi in un ristorante di Cornedo Vicentino venti ore al giorno percependo uno stipendio di 200 euro. Una “storia shock” alla quale ha replicato pochi giorni fa il datore di lavoro, annunciando anche querela per diffamazione.

LA STORIA DI YURI ZAUPA: 200 EURO AL MESE PER 80 ORE DI LAVORO
Tutto è cominciato nel settembre del 2021, quando Yuri Zaupa inizia a lavorare in un ristorante appena aperto (di cui lui non ha mai fatto il nome, va detto), in provincia di Vicenza. “Il mio unico requisito? Essere in regola e avere un contratto che mi permetta di vivere serenamente, per il resto a me basta cucinare”, esordisce nel post su Facebook. Per i primi quattro mesi accetta quello che definisce “un contratto ridicolo”, 16 ore part-time che diventano circa 80 ore settimanali. “Stringo i denti: dopotutto ho cominciato la gavetta all’età di 14 anni. Mi faccio prendere dalla novità, il posto mi piace e acconsento, ancora una volta, alle condizioni del titolare: mantenere basse le spese per il personale per i primi 4 mesi e poi alzare le retribuzioni e pensare di offrirmi un contratto a tempo indeterminato”. Le cose però prendono un’altra piega: “Da gennaio a giugno 2022 vengo pagato 100-200€ al mese, su mia richiesta ovviamente, poveraccio, ‘mica ti spetta la busta paga di diritto’. Da tenere a mente: 80 ore settimanali, cucina gestita solo da me, dalla colazione alla cena. Avrei dovuto fermarmi alla prima mensilità mancata? Ovviamente!”.

L’ADDIO AL RISTORANTE E LA DURA REAZIONE DEL TITOLARE
Stando al racconto di Zaupa, le cose iniziano a girare bene, il ristorante ingrana e le recensioni sono positive. Fino a quando, dopo sei mesi senza busta paga si cerca un altro lavoro e lo trova. La reazione del titolare? Non delle migliori. “Tradito, preso per i fondelli, i giovani sono inaffidabili. Queste sono le parole da lui usate”, rivela lo chef. Che poi aggiunge altre frasi ascoltate nei nove mesi di lavoro, tra le quali “i giovani vanno sfruttati, non ho mai preso più di 1200€ al mese quindi non li prenderai nemmeno te, poco importano le tue capacità”; “non voglio ragazze che convivono con il moroso, perché tanto vanno subito in maternità e mi tocca mantenerle”; “vivi con i tuoi quindi posso non pagarti questo mese”. Infine, l’amara conclusione di Yuri Zaupa – che nel frattempo ha trovato lavoro da Zanze XVI, ristorante di Venezia premiato con 1 stella Michelin, di cui è responsabile dei secondi piatti (come ha svelato Scatti di gusto) – che cita proprio Alessandro Borghese: “Ci ha visto lungo: i giovani non hanno voglia di lavorare e, dopo questa esperienza, io sicuramente ne ho persa un po’”.

LA REPLICA DEL RISTORATORE (CHE ANNUNCIA QUERELA)
Pochi giorni fa è arrivata la replica di Federico Vencato, titolare del ristorante Vhc di Cornedo, che attraverso il suo legale ha annunciato di aver depositato una querela per diffamazione aggravata a mezzo stampa. La sua versione dei fatti è completamente opposta rispetto a quella di Zaupa. “Sfruttatore io? Ma se ho le buste paga che certificano gli stipendi: la verità è che sono proprio io ad essere stato ‘usato’ come trampolino di lancio da chi cercava visibilità e ora mi trovo con il locale vuoto e a rischio chiusura a causa di una serie di bugie incomprensibili, che hanno gettato fango sul mio lavoro e su quello di chi mi sta accanto”, ha dichiarato al Giornale di Vicenza. Vencato ammette i ritardi nei pagamenti da gennaio – “ma solo a causa del Covid, che ci ha messo in ginocchio” – ma precisa che lo chef “ha sempre lavorato in regola con le ore previste dal suo contratto part-time”.