Cronaca

Rischio idrogeologico, 10mila interventi in 22 anni ma di 4mila non si conosce attuazione. Nelle zone rosse ci sono 516.611 abitanti in più

Il rapporto del Centro studi di Comuni (Csel) fotografa 9.961 interventi finanziati tra il 1999 e il 2021 per garantire la mitigazione, dal valore di oltre 9,5 miliardi. Quasi un miliardo, pari al 10% dei fondi, alla Sicilia, seguono Campagna e Calabria. All'Abruzzo 453 milioni e alle Marche 296. Di 4mila opere avviate non si sa lo stato di attuazione per mancano i dati, 208 quelle revocate

Sono 9.961 gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, dal valore di oltre 9,5 miliardi, che sono stati finanziati tra il 1999 e il 2021 dal ministero dell’Ambiente (ora Transizione ecologica) e dal ministero dell’Interno. Oltre 4mila le opere i cui lavori sono stati completati. Questi alcuni dei dati emersi da una elaborazione di Centro Studi Enti Locali (Csel), per Adnkronos, basata su dati Rendis-Ispra. “Come testimonia la recente tragedia marchigiana, però, nonostante questi investimenti non di poco conto, l’obiettivo messa in sicurezza del territorio sembra sempre più lontano“, avverte Csel.

La regione che ha avuto più risorse per la mitigazione del rischio idrogeologico tra il 1999 e il 2021 è stata la Sicilia (955 milioni, pari al 10% del totale). Seguono Campania e Calabria con 903 e 863 milioni di euro, Lombardia con 776 milioni, Toscana (696 milioni), Lazio (669 milioni), Piemonte (566 milioni), Liguria (560 milioni), Puglia (526 milioni) ed Emilia-Romagna (515 milioni). Ingenti anche le risorse assegnate all’Abruzzo (453 milioni), al Veneto (377 milioni), alla Sardegna (384) e alle Marche (296). Chiudono il cerchio il Molise con 253 milioni di euro, la Basilicata con 239 milioni, l’Umbria con 180, il Friuli – Venezia Giulia con 170, il Trentino-Alto Adige con 49 milioni e la Valle d’Aosta con 43.

Difficile, avverte il rapporto, scattare una “fotografia precisa” dello stato di attuazione di queste opere posto che, per poco meno di metà opere (4.333), i dati non sono disponibili. Ciò che emerge dai dati analizzati è però che sono 4.148 le opere di mitigazione del rischio idrogeologico completate nel periodo 1999-2021, 47 quelle in attesa in avvio, 14 quelle ferme alla fase esecuzione studi e indagini, 327 quelle in fase di progettazione, 158 quelle la cui progettazione è stata ultimata, 161 gli interventi arrivati allo step dell’aggiudicazione lavori, 484 i lavori in fase di esecuzione, 16 quelli per cui sono attualmente al vaglio delle richieste di modifica e 208 quelli revocati o nulli.

Il rischio però aumenta. Lo attestano anche i risultati degli ultimi rapporti Ispra che hanno visto, in sei anni, aumentare significativamente il numero di persone a rischio alluvione: tra il 2015 e il 2021, il numero di abitanti che vive in una zona a pericolosità idraulica elevata è passato da 1.915.236 a 2.431.847 (+516.611 persone), gli italiani esposti a un rischio medio sono passati da 5.922.922 a 6.818.375 (+895.453 persone) e quelli a basso rischio sono aumentati del 5,4% (da 9.039.990 a 12.257.427). Veneto, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana le regioni in cui la minaccia alluvioni è in assoluto più alta.
Il rapporto Ispra 2021 ‘Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio” ha messo in evidenza che ci sono ben 587 comuni “con almeno il 20% dell’intera superficie comunale in area allagabile, in caso di scenario di probabilità elevata è 587, ossia il 7,4% del totale dei Comuni (7.904); nello scenario medio è 1.014, ossia il 12,8% del totale dei Comuni e, in caso di scenario di probabilità rara, è 1.577, ossia il 20,0% del totale dei Comuni”.