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Elisabetta II, campionessa di imparzialità: ma con Re Carlo gli inglesi saranno meno indulgenti

La regina Elisabetta è morta l’8 settembre. A causa dei suoi settant’ anni di regno, poche persone ricorderanno lucidamente un tempo senza la presenza della regina Elisabetta. È stata onnipresente, rispettata non solo in Inghilterra ma anche in altri paesi quali Stati Uniti, Australia, India, Francia, lo storico rivale del Regno Unito. Persino a Cuba è stato rispettato un periodo di lutto per la morte della regina. Non è tuttavia una sorpresa, Elisabetta ha difatti effettuato più di 250 visite ufficiali all’estero.

Il potere della regina contava tanto sulla sua familiarità e la capacità di restare sempre un enigma, vista ma quasi mai sentita, distante ma sempre, sempre presente. Come ha detto il mio amico di Rieti, Alberto Matteucci, uno che ha realmente stimato Elisabetta, “comunque se ne va una donna che rappresenta un popolo ed è come quelle cose a cui sei abituato, che magari ti svegli e non ci fai caso sul motivo per cui sono lì, ma quando vengono a mancare ti fanno sentire il vuoto da loro lasciato e quanto ti eri affezionato senza saperlo”.

Ora, numerosi articoli saranno scritti da giornalisti e politici che cercheranno di dedurre chi è stato il suo primo ministro preferito, che opinioni aveva sulle importanti questioni quotidiane. Ma la regina, nonostante il suo famoso sorriso e le sue battute occasionali, teneva la bocca sempre chiusa. È stata la campionessa dell’imparzialità. Non aprendosi con nessuno, svolgeva semplicemente il suo ruolo di monarca costituzionale. E durante i suoi settant’anni di regno, dalla sua incoronazione a venticinque anni fino alla sua morte a novantasei, ha attraversato molti momenti storici e controversi nella politica inglese. La decolonizzazione degli anni 50, l’inflazione e gli scioperi dei 70, la guerra fredda, la deregolamentazione della Thatcher, le riforme di Blair, la guerra in Iraq, la crisi economica del 2008, la pandemia di Covid, l’invasione dell’Ucraina, l’attuale crisi energetica e l’inflazione che ne consegue.

Ha conosciuto 14 primi ministri – l’ultima, il nuovo primo ministro conservatore Liz Truss, due giorni prima della sua morte. E non possiamo scordarci delle crisi che hanno sconvolto la sua stessa famiglia: la morte tragica della principessa Diana nel 1997, l’allontanamento dalla vita reale di suo nipote, il principe Harry e sua moglie Meghan nel 2020, e infine le denunce di aggressione sessuale, portate da Virginia Giuffre contro suo figlio Andrew, amico di Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell. Ma se aveva opinioni, le esprimeva in un modo riservato. Ad esempio, ha donato soldi al Disasters Emergency Committee per aiutare le vittime della guerra in Ucraina. Era sempre, comunque, un affare privato. Come ha detto il giornalista Tina Brown, anche se lo desideriamo non sapremo mai cosa pensava veramente la regina Elisabetta, di tutte le cose che sono accadute dall’incarico di Winston Churchill fino a Liz Truss.

Per questo, Elisabetta è rispettata dalla maggioranza degli inglesi. Tre quarti hanno dichiarato di essere dispiaciuti per la notizia della sua morte, e 44% hanno ammesso di aver pianto alla notizia. Tuttavia, la fama di Elisabetta ha portato Carlo a vivere nella sua ombra. E già, Carlo non è stimato quanto sua madre. Prima della morte di Elisabetta, a maggio, un sondaggio rivelò che gli inglesi erano divisi 32 a 32 sulla questione se Carlo sarebbe stato un bravo re o meno. Dopo la sua morte, nonostante il suo pubblico gesto di stizza a causa di una penna guasta (che sua madre non avrebbe mai fatto), e il licenziamento indelicato dei suoi impiegati a Clarence House durante il periodo di lutto, il 63% degli inglesi credono che Carlo farà un buon lavoro come re. Dunque, per ora, ha ricevuto un aumento della sua popolarità.

Ma i tempi sono cambiati e gli inglesi saranno meno indulgenti verso Carlo, che dovrà affrontare questioni come la cicatrice del colonialismo, il razzismo nella famiglia reale verso Meghan Markle, il ruolo del fratello caduto in disgrazia. Inoltre, l’arresto di dimostranti repubblicani da parte della polizia londinese non è un buon segno per la libertà di parola all’interno della democrazia inglese. Non è positivo nemmeno il fatto che interventi e appuntamenti negli ospedali, quando ad oggi la lista d’attesa è già a 6.8 milioni, saranno rimandati al giorno del funerale della regina. Sono quasi sicura che quest’ultima notizia sarebbe dispiaciuta alla regina, che si era seduta da sola durante il funerale del suo amato marito, il principe Filippo, seguendo le regole anti-Covid come ogni altro cittadino.

Durante il regno di Elisabetta la vita andava avanti ma lei restava sempre una figura fissa, come un’asse su un mappamondo che gira infinitamente. E questo approccio ha funzionato. Ma per fare ugualmente, Carlo dovrebbe cambiare per mantenere l’integrità della monarchia inglese. E innanzitutto non potrà più intromettersi nella politica, come ha tentato negli anni precedenti. Per essere un re rispettato, dovrà essere sempre presente, ma come con sua madre non dovremmo mai sapere cosa pensa veramente. Questo lo lasciamo agli scrittori della serie televisiva The Crown.