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Morta la regina Elisabetta, Burberry e Raf Simons cancellano le sfilate alla London Fashion Week

Il lutto per la scomparsa della regina rischia di gettare ulteriore ombra sulle sfilate inglesi, che già da tempo hanno perso allure, prestigio e - soprattutto - brand

La morte della regina Elisabetta sconvolge il mondo della moda, in primis quella inglese, che si accingeva ad inaugurare la London Fashion Week. Nel Regno Unito sono stati proclamati 12 giorni di lutto nazionale, ovvero fino al prossimo 19 settembre, data prescelta per i funerali della Sovrana: le sfilate erano in programma proprio dal 16 al 20 settembre, motivo per cui il British Fashion Council, dopo aver espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di Sua Maestà, ha diramato un comunicato spiegando che la London Fashion Week resta confermata ma il calendario sarà riorganizzato. E si limiterà alle sole sfilate che, però, non si terranno il giorno 19. Annullate, come da protocollo, feste, party after show e inaugurazioni. Il BFC ha chiesto poi ai designer “di rispettare lo stato d’animo della nazione e il periodo di lutto nazionale, specialmente nell’invio delle fotografie alla stampa”.

La prima a presa di posizione da parte dei brand è stata quella di Burberry che, dopo aver omaggiato in un post sui social Elisabetta II, ha annunciato la cancellazione del suo show in calendario sabato 17 settembre. “Ci uniamo alla Famiglia Reale nel piangere la sua scomparsa”, si legge nel messaggio. D’altra parte, la casa di moda inglese sta attraversando un momento travagliato, con i rumors – sempre più insistenti – sull’esonero di Riccardo Tisci alla direzione creativa, che dovrebbe essere sostituito da Daniel Lee, a sua volta recentemente epurato da Bottega Veneta; motivo per cui c’è chi ha visto in questo tempestivo annuncio una scappatoia dall’inevitabile confronto con le domande della stampa. Poco dopo, è arrivato anche l’annuncio di Raf Simons: pure lui ha deciso di annullare lo show. Il lutto per la scomparsa della regina rischia di gettare, quindi, ulteriore ombra sulle sfilate inglesi, che già da tempo hanno perso allure, prestigio e – soprattutto – brand.