Cronaca Nera

Brindisi, 52enne uccide l’ex compagna a colpi di fucile e poi si impicca nel garage di casa

L'omicidio all'esterno della sartoria di Villa Castelli, dove la donna lavorava. Secondo gli inquirenti, l'uomo non accettava la fine della relazione. Non risultano denunce, ma negli scorsi giorni - hanno riferito le colleghe - la vittima era preoccupata per le minacce dell'uomo

Ha atteso che giungesse nel suo luogo di lavoro, una sartoria di Villa Castelli, nel Brindisino, per ammazzarla. Due colpi di fucile, uno al braccio, l’altro sotto il petto. È morta così Giuseppina Fumarola, 48 anni, assassinata dal suo ex compagno Vito Sussa, 52enne operaio del luogo, ritrovato subito dopo il delitto impiccato nel garage della sua abitazione, a 50 metri dal luogo dell’omicidio. Gli investigatori ritengono che l’uomo non avesse accettato la fine della loro relazione. L’assassino, il 29 agosto, aveva scritto su Facebook il suo ultimo e inquietante messaggio: “Un amico delinquente ti aiuta sempre, ma un amico pazzo ha bisogno di aiuto”. La vittima lascia due figli, una ragazza di 27 anni e un ragazzo di 21 anni, nati da una precedente relazione.

Alcune colleghe della donna, spaventate dal rumore degli spari, hanno raggiunto l’ingresso dell’azienda. Qui hanno trovato la vittima riversa per terra e hanno visto Sussa fuggire. Quando sono arrivati i soccorsi, per la donna non c’era più nulla da fare. I sanitari del 118 hanno dovuto soccorrere alcune colleghe della vittima colte da malore dopo la scoperta della tragedia. Gli investigatori hanno ricostruito le fasi del delitto: l’assassino ha camminato da casa sua fino alla sartoria impugnano il fucile da caccia con cui ha fatto fuoco. Compiuto l’omicidio, ha raggiunto il suo appartamento in via Alessandro Volta, è sceso in garage e si è impiccato. A casa di Sussa i carabinieri hanno trovato tre fucili e due pistole, armi legalmente detenute. Sussa era infatti un appassionato cacciatore.

Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, Giuseppina Fumarola non avrebbe mai denunciato di essere stata minacciata o molestata dall’ex . Ma alcuni colleghi della donna riferiscono che da giorni era preoccupata per alcuni messaggi intimidatori inviati dall’uomo. Confidenze che lei aveva fatto all’interno di quella sartoria che era la sua seconda famiglia, nella quale lavorava da oltre 25 anni, e dove sapevano tutti di questa storia tormentata che lei aveva voluto interrompere. Ma Sussa avrebbe continuano a cercarla. Conosceva bene le abitudini e gli orari della donna, così ha aspettato che giungesse nel parcheggio dell’azienda per ammazzarla.