Elezioni politiche 2022

Liste Azione-Italia Viva, Calenda candida un “gilet giallo”: a Taranto c’è Stellato che organizzò un corteo contro il caro-benzina

Il consigliere regionale - che fino a sabato appoggiava Emiliano con l'ex sottosegretario Cassano - è piazzato in seconda posizione a Taranto: nel 2018 organizzò una manifestazione sulla scia della protesta francese chiedendo "la riduzione del prezzo dei carburanti". Ecco tutti i 'cassaniani' che hanno tolto posti alla base del partito, mandandola in rivolta

Con il più macroniano dei partiti italiani sarà candidato un gilet giallo. Non è una barzelletta, ma quanto è avvenuto nelle liste di Azione-Italia Viva. Al secondo posto nel collegio di Taranto, dietro Mara Carfagna, è infatti confermata la presenza di Massimiliano Stellato, consigliere regionale (fino a sabato del centrosinistra) e comunale nel capoluogo jonico (dove però è stato eletto con il centrodestra). Esponente di Puglia Popolareil movimento dell’ex sottosegretario Massimo Cassano che ha abbandonato Michele Emiliano convertendosi al suo acerrimo nemico Carlo Calenda – Stellato organizzò una manifestazione (pacifica, ci tenne a sottolinerae) dei gilet gialli a Taranto. E rivendicò il successo con tanto di nota.

Era l’1 dicembre 2018 quando, sull’onda della protesta francese, Stellato marciò in testa al corteo per le strade della città pugliese contro il caro-benzina. “Aver aggregato – sottolineò in una nota – un centinaio di gilet gialli ed incuriosito i numerosi cittadini presenti per strada per le vie del borgo, è stato un primo passo significativo”. Qual era la proposta? “La riduzione del prezzo dei carburanti che ai cittadini della provincia di Taranto sta molto a cuore dal momento che il greggio si raffina proprio a casa nostra”, scrisse Stellato chiedendo di “riconoscere gli stessi benefici al tempo riconosciuti ai cittadini dei territori in cui il greggio si estrae”.

Quella di Stellato è una delle figure più controverse tra gli uomini che Azione e Italia Viva hanno “imbarcato” in seguito all’accordo con Cassano, attualmente direttore generale dell’Arpal – nominato da Emiliano – e già transitato da Forza Italia e Ncd di Angelino Alfano. Un’intesa che ha mandato in subbuglio la base di Azione e che Calenda, sorpreso dalla ‘rivolta’ interna, ha provato maldestramente a giustificare come una mossa per indebolire e sconfiggere Emiliano. Con tanto di motto draghiano, che non fa mai male: “Whatever it takes”.

La realtà è che le liste in Puglia sono infarcite di ‘cassaniani’. Oltre allo stesso ex sottosegretario e Stellato, infatti, Azione e Italia Viva hanno candidato Alfredo Pagliaro, presidente della Lupiae Servizi di Lecce ed ex assessore del capoluogo salentino, l’ex generale e consigliere regionale Antonio Buccoliero e Carlo Laurora, che nel 2020 venne nominato vice-coordinatore di Puglia Popolare. Una pattuglia corposa che è costata il posto a diversi esponenti locali di Azione e una vibrante protesta su Twitter. Negli scorsi giorni il profilo di Calenda è stato preso d’assalto da attivisti ed esponenti pugliesi del suo stesso partito. Chiedevano un passo indietro, ma le liste raccontano che tutto è rimasto così.