Economia & Lobby

Bruxelles allunga i tempi per l’uscita del Tesoro da Mps. Per il prossimo governo la “patata bollente” dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi

Secondo Matteo Salvini la banca senese può dar vita ad un "terzo polo per le piccole imprese" ma la banca ha bisogno di altro denaro pubblico per rafforzarsi dopo le perdite accumulati nei mancati rimborsi di parte dei prestiti erogati alle aziende

La Commissione europea ha comunicato al ministero dell’Economia italiano “la decisione di aver approvato la revisione degli impegni che erano stati assunti dalla Repubblica italiana al fine di consentire, ai sensi della normativa europea ed italiana, la ricapitalizzazione precauzionale della banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) nel 2017“. Lo fa sapere il Tesoro in una nota, precisando che gli impegni sono stati “rivisti sulla base di una proposta sottoposta nel corso di luglio all’istituzione europea dal ministero dell’Economia e delle Finanze”. I nuovi impegni vanno a sostituirsi a quelli in base ai quali era stata approvata la ricapitalizzazione di cinque anni fa. La Commissione, si legge in una nota, ha valutato la richiesta dell’Italia e ha concluso che “la proroga del termine per completare la ristrutturazione della banca e realizzare la vendita della partecipazione dello Stato italiano in Mps è accettabile, e che gli impegni rivisti bilanciano adeguatamente tale proroga”. Al momento il Tesoro controlla ancora il 64% dell’istituto senese che, in base agli originari accordi con Bruxelles, avrebbe dovuto cedere entro il 2021.

Gli impegni sono stati modificati per la prima volta nel settembre 2019. Alcuni dei punti originariamente concordati sono stati rispettati nei tempi stabiliti: in particolare, Mps ha ridotto crediti deteriorati e costi di esercizio, migliorato le politiche di gestione dei rischi e rispettato varie limitazioni del suo modello operativo. Ciononostante nel luglio 2022 l’Italia ha chiesto una proroga per la vendita della partecipazione. Per ridurre al minimo le distorsioni della concorrenza che potrebbero derivare dalla proroga, l’Italia, spiega la Commissione, ha proposto una serie di impegni supplementari, quali cessioni e disinvestimenti aggiuntivi, la chiusura di altre filiali e il mantenimento dell’obbligo di rispettare determinate limitazioni alle modalità di esercizio delle sue attività. Il sostegno concesso dall’Italia a Mps nel luglio 2017 per Bruxelles resta quindi compatibile con le norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato.

La palla passa ora al prossimo governo che si troverà a gestire un dossier complicato e rischioso. “Chiusure e licenziamenti: il piano della Commissione europea è un’ulteriore mazzata su Monte dei Paschi dopo i tragici errori del Pd che hanno rovinato l’istituto bancario con danni stimati dalla stessa Regione Toscana in 50 miliardi di euro” dice il leader della Lega Matteo Salvini. Due giorni fa Salvini aveva affermato di avere “idee assolutamente chiare su Mps”, aggiungendo che “può dar vita a un terzo polo che a differenza di Intesa Sanpaolo e altre grandi banche possa essere il polo delle piccole e medie imprese. Secondo me ci sono altre banche interessate a questo percorso”. In realtà la banca è alle prese con un nuovo aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, 1,6 dei quali a carico dello Stato. La banca prevede, inoltre, una riduzione dell’organico di 4mila persone e la chiusura di 150 sportelli. Il secondo trimestre dell’anno si è chiuso in utile ma gli equilibri finanziari della banca rimangono precari. In particolare se il rallentamento economico dovesse accrescere il fardello dei crediti deteriorati (prestiti che non vengono più restituiti o lo sono solo in parte e con scadenze più lungo). “È una notizia attesa, ma è indubbiamente una buona notizia, il via libera della Commissione europea alla proroga per i tempi di uscita del Tesoro da Mps”. Così il sindaco di Siena Luigi De Mossi.