Politica

M5s, l’incognita Parlamentarie: previste dallo Statuto, ma “farle ad agosto è complicato”. E Grillo chiude sulle deroghe ai due mandati

Finora le candidature in casa M5s sono sempre state decise da un voto della base. Ma per metterle in piedi gli aspiranti parlamentari devono produrre il casellario penale e il certificato dei carichi pendenti, difficili da produrre ad agosto: l'ipotesi è che la Rete sia chiamata a esprimersi sulle liste. Mentre Rocco Casalino torna a smentire che la sua corsa sia già cosa fatta: Ogni ricostruzione che circola in queste ore è da intendersi come priva di fondamento"

Era stato lui stesso a parlarne in un vecchio post sul blog: il limite dei due mandati tra Camera e Senato avrebbe potuto lasciare la strada aperta a candidature al Parlamento europeo o ai Consigli regionali. “Belin, guadagnate anche di più…”, ironizzava coi parlamentari a lui più vicini. Ma adesso Beppe Grillo è contrario anche a questa ipotesi: “In realtà non è mai stato realmente convinto, e ora sulla regola dei due mandati è fermo, granitico. Grillo non vuole nessuna deroga, nella maniera più assoluta”, spiegano all’AdnKronos fonti vicine al fondatore del Movimento 5 stelle. Dunque, per chi è stato eletto due volte, la corsa si fermerebbe a prescindere: niente “salto” nelle Regioni o a Bruxelles, o viceversa. O almeno questa è l’idea che in mente Grillo, alle prese in queste ore con telefonate e riunioni via Zoom. Il garante del Movimento accarezza invece altri “piani B”: ad esempio impiegare i “veterani” – non solo deputati e senatori, ma anche consiglieri regionali ed europarlamentari – nella scuola di formazione M5s, per condividere le loro esperienze.

Il nodo del terzo mandato resta comunque sul tavolo. E in casa 5 Stelle ci si interroga anche sulle prossime mosse di Giuseppe Conte, oggi sparito dai radar e dal quartier generale di Campo Marzio. Benché il pessimismo prevalga tra i big alle prese con l’incognita ricandidatura, si fa spazio l’idea, che alla fine l’ex premier qualcosa spunterà: potrebbe venire concessa una “micro-deroga“, ma “nell’ordine di 4-5 persone al massimo“, stimano le stesse fonti in un colloquio con l’AdnKronos. Intanto prosegue il totonomi sulle candidature per la prossima tornata. Oggi lo spin doctor di Conte, Rocco Casalino, è tornato a smentire che la sua corsa sia già decisa: “Ogni ricostruzione che circola in queste ore è da intendersi come priva di fondamento e quindi totalmente inventata“. Un altro nome che rimbalza tra Camera e Senato è quello di Nina Monti, professionista con ruolo chiave nella comunicazione di Grillo, anch’esso però smentito in modo netto dalla cerchia del garante.

Altra incognita è quello delle “parlamentarie“, ovvero le votazioni della base che finora hanno deciso le candidature in casa M5s: consultazioni previste, peraltro, dallo Statuto all’articolo 7, lettera A. “Sarà complicato metterle in piedi”, fanno notare dal Movimento, anche perché le regole prevedono che gli aspiranti deputati e senatori pentastellati presentino il casellario penale e il certificato dei carichi pendenti. “Documenti difficili da tirare fuori nel mese di agosto. Si potrebbe chiedere il voto della Rete sulle liste per fare in fretta e ovviare. Certo, un bel casino…”, osserva un big pentastellato all’AdnKronos. Anche su questo, però, la palla è in mano a Conte, che dovrà decidere in fretta per evitare che venga meno un altro dogma in casa 5 Stelle.