Politica

Elezioni, rissa social tra Toti e Mulè. “Cercati un collegio, vah”. “Sei un Di Battista un po’ sovrappeso”. “Siamo al body shaming”

A dare il via alla discussione, su Twitter, è il governatore che ha commentato così l'intervista al sottosegretario alla Difesa ed ex direttore di Panorama: "Lascia tranquilli i liguri, che di guai gliene avete già combinati a sufficienza". La replica: "Si prova solo molta pena e nulla più". E la senatrice Rossi: "Il signor Mulè non mi pare spicchi per aspetto fisico e capacità amministrative"

Una rissa social, con tanto di insulto. Un botta e risposta al veleno, che ha coinvolto anche Mariarosaria Rossi. È bastata un’intervista al Secolo XIX di Giorgio Mulè per scatenare un diverbio a colpi di tweet con il presidente della Liguria Giovanni Toti. Ex compagni di partito e di lavoro a Mediaset, dove entrambi si sono occupati della direzione di Studio Aperto. A dare il via alla discussione, su Twitter, è il governatore che ha commentato così l’intervista al sottosegretario alla Difesa ed ex direttore di Panorama: “Giorgio, cercati un collegio vah; che per il contributo che hai dato ti abbiamo mantenuto abbastanza. E lascia tranquilli i liguri, che di guai gliene avete già combinati a sufficienza!”, scrive tra le altre cose Toti.

Passano poche ore ed ecco la replica di Mulè, che sempre su Twitter definisce l’ex compagno di partito un “Di Battista un po’ sovrappeso”. E poi aggiunge: “Si prova solo molta pena e nulla più”. Ma Toti risponde subito a tono: “Ormai siamo arrivati al body shaming. Aspetto con ansia le prossime opinioni politiche dell’onorevole Mulè. Visto il livello, sono indeciso tra ‘Ciccio bomba cannoniere’ e ‘Non mi hai fatto niente faccia di serpente'”, si legge in un Tweet del governatore ligure.

A chiudere – per ora – la polemica ci pensa poi Rossi, ex forzista ora senatrice di Italia al centro, il gruppo nato da Idea al Centro e Cambiamo!, che bersaglia quello che definisce “il signor Mulè”, il quale “non mi pare spicchi né per l’aspetto fisico, né tantomeno, cosa più grave, per le capacità amministrative e manageriali”. Così la sua chiosa: “Lo si può ricordare però per i danni ed il fallimento del giornale di cui era direttore”, dichiara tra le altre cose la senatrice di Italia al centro.