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Governo in carica per gli affari correnti: quali sono i poteri dell’esecutivo dimissionario. Sì ai decreti, no ai disegni di legge

Dalla macchina amministrativa agli atti "indefettibili": cosa possono e cosa non possono fare da oggi Draghi e i suoi ministri

Dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi il governo resta in carica “per il disbrigo degli affari correnti” per garantire la continuità amministrativa perché il Paese non può restare senza una guida. Tra le sue facoltà ci sono gli atti di straordinaria necessità ed urgenza, come i decreti legge se necessari e gli atti definiti “indefettibili” ovvero obbligatori per uno Stato. Ad essere preclusi, invece, sono tutti gli atti caratterizzati da una discrezionalità politica, come i disegni di legge (a meno che essi non siano legati ad obblighi internazionali).

Come spiega il costituzionalista Francesco Clementi all’agenzia Ansa: “Primo: l’esecutivo potrà firmare decreti legge se servissero. Le Camere, infatti, anche se sciolte, sono appositamente convocate per la conversione. Il rischio, però, è che non vi sia conversione per una situazione parlamentare particolarmente polarizzata e pre-elettorale. In questo contesto il ‘decreto accise’ annunciato per fine mese, è possibile. Secondo: dovrà portare a compimento gli ‘atti indefettibili’, ovvero quegli obblighi dettati da un meccanismo automatico: ad esempio, l’Italia non può smettere di pagare il debito pubblico. Terzo: potrà e dovrà emanare tutti i decreti legislativi attuativi di deleghe già approvate dal Parlamento, che è una quota parte importante dell’attuazione del Pnrr. Quarto: deve portare avanti tutto ciò che consente di far funzionare la macchina amministrativa del Paese, per esempio non si può smettere di fare passaporti… La quinta facoltà è stata introdotta durante la crisi del governo Gentiloni: l’attuazione del diritto comunitario e degli obblighi europei”.

Clementi preannuncia anche che a giorni dovrà essere emanata una direttiva della presidenza del Consiglio dei ministri che definirà in concreto gli ambiti di intervento del governo dimissionario. “Al suo interno, per quanto spiegato prima, non potranno non esserci le soluzioni a 4 emergenze: economica, pandemica, sociale, e quella legata alla guerra. Dunque, agli impegni che l’Italia ha preso con gli alleati per sostenere l’Ucraina, compreso eventualmente il prossimo decreto armi”. Di contro, essendo esclusi “tutti gli atti politici come i disegni leggi e le richieste politiche, saranno preclusi anche gli atti discrezionali”.