Cronaca

Candida Auris, morto per aver contratto il “fungo killer”: casi in crescita in Italia

Il paziente si trovava in Kenya quando è stato costretto a recarsi in una clinica privata a causa di calcoli renali. Le sue condizioni sono peggiorate sempre di più. Arriva massima allerta da parte dell'Usl per via dell'alto tasso di mortalità e di contagiosità del fungo

È morto un 70enne di Mestre dopo aver contratto la Candida Auris, il “fungo killer” resistente ai farmaci. Si tratta del primo caso di infezione in Veneto e ora anche del primo decesso. Dopo l’arrivo all’ospedale dell’Angelo le sue condizioni erano “gravissime” ha sottolineato l’Usl 3, ma fino all’ultimo si sperava che “la situazione potesse migliorare”. Non c’è stato niente da fare per l’uomo che, per un insieme di patologie tra cui la Candida, è deceduto il 16 luglio.

Il 70enne si trovava in Kenya per lavoro quando è stato costretto a recarsi in una clinica privata in seguito a calcoli renali. Qui le sue condizioni hanno continuato a peggiorare fino a quando la famiglia non ne ha chiesto il trasferimento a Mestre. La provenienza del paziente ha allarmato fin da subito i medici italiani, che hanno preferito non trascurare alcun dettaglio ed eseguire tutti gli esami del caso. Solo a quel punto è stato chiaro che l’uomo avesse contratto la Candida Auris, “probabilmente presso la struttura sanitaria keniota“.

In reparto sono quindi scattate tutte le verifiche e le precauzioni del caso: “Può colonizzare la cute delle persone e contamina superfici e ambiente” ha spiegato il direttore della Microbiologia dell’Angelo Claudio Scarparo. “È difficile da eradicare perché è resistente agli antisettici comuni, in Liguria ci hanno messo due anni per liberarsene” ha aggiunto. Ad oggi, dopo due settimane dall’arrivo del paziente a Mestre, non risultano esserci altri contagi. Il fungo resiste ad ogni tipo di antimicotico (il 90 per cento dei ceppi è resistente ad almeno una delle tre classi di antifungini disponibili) e ha un tasso di mortalità altissima: tra il 20 e il 70 per cento, soprattutto se si tratta di persone fragili. Il paziente deceduto soffriva di calcoli renali, diabete, malattie dell’orecchio e traumi che hanno offerto “terreno fertile” al fungo. La trasmissione della Candida è in crescita in Italia, al punto da spingere il ministero della Salute a diffondere una circolare affinché aumenti l’attenzione in tutte le strutture sanitarie del Paese.