Mafie

Mafia, omicidio a Palermo: si costituisce il killer di Giuseppe Incontrera. Era stato ripreso dalle telecamere della zona

L’indagine sull'omicidio del pregiudicato ucciso per strada mentre era in bicicletta, giovedì 30 giugno, nel quartiere Zisa a Palermo è coordinata dalla Dda. Nel video si vede il killer, armato, a volto scoperto, che tallona la vittima che si sposta in bicicletta.

Si è costituito ai carabinieri l’assassino di Giuseppe Incontrera, il pregiudicato ucciso per strada mentre era in bicicletta, giovedì 30 giugno nel quartiere Zisa a Palermo. L’uomo avrebbe confessato l’omicidio: era stato incastrato dalle videocamere di sorveglianza della zona, che hanno ripreso il delitto. L’indagine è coordinata dalla Dda di Palermo guidata dall’aggiunto Paolo Guido.

Nel video si vede il killer, armato, a volto scoperto, che tallona la vittima che si sposta in bicicletta. Dopo lo sparo del primo colpo, Incontrera prosegue cercando di fuggire. Un secondo colpo di pistola però lo raggiunge alla spalla e lo fa cadere a terra. Il killer finisce sopra il cadavere, poi si rialza e prosegue la sua corsa. Secondo gli inquirenti il delitto sarebbe di matrice mafiosa e sarebbe maturato nell’ambito di contrasti sul traffico di droga nel mandamento di Porta Nuova in cui Incontrera avrebbe assunto un ruolo di spicco.

La vittima era stata arrestata più volte per spaccio di hashish, cocaina e eroina, per violazione della sorveglianza speciale, ma anche per rapine. Avrebbe fatto parte di una banda specializzata in colpi a istituti di credito del Nord Italia nei primi anni 2000. Armati di tagliabalsa i rapinatori entravano con uno stratagemma in banca e chiudevano impiegati e clienti nel bagno per fuggire coi soldi. A Palermo l’ultimo omicidio a colpi di pistola era avvenuto nel marzo scorso quando un giovane ha ucciso il padre di quella che considerava la sua fidanzata perché, ha detto l’assassino, si opponeva alla relazione. Mentre nel maggio 2021 l’ultimo delitto nel mondo mafioso quando i fratelli Matteo e Domenico Romano e il figlio del secondo, Giovanni Battista, uccisero Emanuele Burgio, alla Vucciria.