Cronaca

L’Aquila, “tracce di toluene nell’acqua, non usatela”: il sindaco firma ordinanza e i market vengono presi d’assalto. Ma era falso allarme

La popolazione de l'Aquila ha vissuto ore di allarme mercoledì, dopo che nel tardo pomeriggio il sindaco della città, Pierluigi Biondi, ha firmato un'ordinanza che proibiva l'uso in parte del territorio dell'acqua potabile a causa della presenza di tracce di toluene segnalate dalla società Gran Sasso Acqua: "Controanalisi negative, nessun pericolo per la salute"

Prima la firma, poi la revoca. Nel mezzo il caos, con supermercati presi d’assalto e scorte di acqua in bottiglia finite. La popolazione de l’Aquila ha vissuto ore di allarme mercoledì, dopo che nel tardo pomeriggio il sindaco della città, Pierluigi Biondi, ha firmato un’ordinanza che proibiva l’uso in parte del territorio dell’acqua potabile a causa della presenza di tracce di toluene segnalate dalla società Gran Sasso Acqua. Fino alla notizia della revoca, divulgata anche attraverso i social, i cittadini hanno preso d’assalto i supermercati o hanno raggiunto le fontanelle pubbliche delle zone non toccate dall’ordinanza per fare rifornimento. Sugli scaffali di Carrefour, il supermercato aperto con orari notturni, è comparso l’avviso: “Terminate le scorte d’acqua”.

Cosa è successo nel mezzo? In serata si è riunita per due volte, la prima in videoconferenza e la seconda in presenza a Palazzo Fibbioni, l’Unità di crisi comunale a cui hanno preso parte rappresentanti di Regione, Gsa e Asl oltre a dirigenti e tecnici comunali. “Il provvedimento – ha spiegato il sindaco Biondi – era stato adottato in via del tutto precauzionale, in attesa delle controanalisi effettuate in un laboratorio certificato di Teramo, in rapporto di convenzione con Gsa, che hanno dato esito negativo. Si è trattato in sostanza, ha spiegato Biondi, di un “falso allarme, che, comunque, non abbiamo sottovalutato come accaduto in tutte le situazioni di crisi sin qui affrontate, a partire da quella sanitaria legata alla pandemia”.

Quando nel 2017, sul versante teramano, ha ricordato il sindaco, “si verificò un episodio analogo con valori, all’epoca, di circa trenta volte inferiori rispetto a quelli rilevati nella giornata odierna, furono registrate decine di segnalazioni rispetto al cattivo odore dell’acqua”. Un ‘sintomo’ che a l’Aquila non è stato rilevato, ha sottolineato: “Non vi è, soprattutto, alcun pericolo per la salute di quanti hanno ingerito acqua prima dell’emanazione dell’ordinanza: l’acqua che è stata analizzata, infatti, era stata stoccata e non immessa nella rete idrica”, ha spiegato Biondi.