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M5s, nuove regole per il “mandato zero”: a Messina deputata regionale al secondo giro si candida in Comune (anche se ancora in carica)

Nel regolamento per le Amministrative del 2022 è specificato che possono candidarsi gli iscritti che “non ricoprano attualmente una carica elettiva, salvo che la stessa non abbia scadenza nell’anno 2022”. La candidatura è possibile perché viene escluso dal conto dei mandati "un mandato da consigliere comunale, già effettuato o da effettuare”

Nuova regola per il M5s. Per le amministrative del 2022 cambia il regolamento e un cavillo permette la candidatura al Comune di una consigliera regionale ancora in carica. Succede a Messina con la capolista del M5s Valentina Zafarana. Consigliera regionale dei Cinquestelle, Zafarana è molto stimata sia dal suo stesso gruppo che dagli alleati, che infatti le avevano proposto in un primo momento di candidarsi alla più alta carica della città dello Stretto, salvo poi convergere sul dem Franco De Domenico. Adesso, invece, con “spirito di sacrificio, per amore della mia città”, ha sottolineato lei, si presenta come vice sindaca del candidato del Pd e come capolista nella lista dei Cinquestelle. Questo nonostante sia ancora in carica come consigliera regionale al suo secondo mandato.

E può farlo. Perché nel regolamento per le Amministrative del 2022 è specificato che possono candidarsi gli iscritti che “non ricoprano attualmente una carica elettiva, salvo che la stessa non abbia scadenza nell’anno 2022”. Superato il limite del secondo mandato che ha “escluso dal conteggio del limite dei due mandati elettivi un mandato da consigliere comunale, già effettuato o da effettuare” dalla modifica al mandato zero proposta nell’agosto del 2020, adesso, stavolta senza votazioni, si modifica pure l’altro limite della scadenza del mandato. Nel nuovissimo regolamento si fa, infatti, riferimento al voto del 25/26 luglio del 2019 e del 13/14 agosto del 2020: sono queste le due votazioni che chiama in causa il punto C del regolamento nazionale per le Comunali del 2022. A luglio del 2019, infatti, fu lanciato da Luigi Di Maio il cosiddetto “mandato zero” che lui stesso spiegava così: “Se tu vieni eletto consigliere comunale o di municipio al primo mandato e lo porti avanti tutto e poi decidi di ricandidarti e non diventi né presidente di municipio né sindaco, allora il tuo secondo mandato, quello precedente, cioè il mandato zero, non vale”. Il principio è quello di salvaguardare l’impegno dei consiglieri comunali e di permettere loro di portare avanti il bagaglio di impegno accumulato sul territorio, questo in sintesi spiega Di Maio. Si trattava, quindi, di una salvaguardia dell’esperienza sul campo accumulata dai consiglieri comunali e da non disperdere nei limiti del secondo mandato, che ha di fatto permesso la ricandidatura di Virginia Raggi a sindaca di Roma, dopo essere stato per un mandato consigliera comunale e poi sindaca.

Non si faceva in quel momento, però, nessun riferimento al percorso a ritroso, ovvero quello dei consiglieri regionali o dei deputati che volessero dopo due mandati entrare in consiglio comunale. Si voterà però pure nell’agosto del 2020, e il quesito proposto da Vito Crimi sul quale si esprimeranno i votanti chiede l’assenso per una modifica per “stabilire che un mandato da consigliere comunale deve intendersi come escluso dal computo dei due mandati, in qualunque momento esso sia svolto”. Per quanto non chiarissimo, dunque, il limite dei due mandati non riguarda il consiglio comunale. Riguardava però fino a queste ultime elezioni i rappresentanti ancora in carica. Non a caso Giancarlo Cancelleri – intervistato da Repubblica lo scorso marzo – poneva la questione riguardo a un altro consigliere regionale, Giampiero Trizzino. Ancora in carica e in scadenza a novembre – così come la collega Zafarana – Trizzino era stato indicato come capolista nella lista del M5s alle Comunali palermitane. Ma Cancelleri esprimeva perplessità “Giampiero sta facendo un ottimo lavoro a livello regionale, ma al momento non mi pare che ci sia tra le nostre regole interne la possibilità di avanzare candidature senza avere portato a termine il proprio mandato”. Da marzo a maggio però è stato tutto risolto da quel “salvo che la stessa (carica elettiva, ndr) non abbia scadenza nel 2022”. Eppure nelle due votazioni del luglio 2019 e dell’agosto 2020 non c’è traccia di alcun riferimento rispetto alla scadenza del mandato nel 2022. Una norma cucita addosso a Zafarana? “Va bene lo stesso, farà un ottimo lavoro, dovesse vincere, ben venga”, commentano in molti all’interno del M5s. Pur sempre un cambiamento inaspettato che crea qualche malumore: “Se si può fare quel che si vuole, a dispetto delle regole, basta dirlo”, mugugna qualcun altro. Mentre il limite del secondo mandato, al netto del consiglio comunale, è ancora appeso alla decisione di Giuseppe Conte. Una decisione attesa con ansia da Giancarlo Cancelleri che aspira a candidarsi per la terza volta alla presidenza della Regione. In Sicilia si voterà il prossimo novembre ma a breve la coalizione di centrosinistra presenterà le modalità delle primarie dal quale uscirà il candidato alla guida della Regione. Il nodo, dunque, va sciolto in fretta.